Cretaceo & Cartaceo
di Libero Venturi - domenica 15 settembre 2019 ore 07:30
Il Cretaceo corrisponde al terzo ed ultimo periodo dell’era Mesozoica, ha avuto origine circa 145 milioni di anni fa ed è durato, più o meno, 80 milioni di anni. Il suo nome deriva dal latino creta ed ha a che vedere con gli strati di calcare bianco, o similari, di nostra madre Terra, studiati dai geologi. C’entrano qualcosa la depressione di Parigi e, credo, anche le bianche scogliere di Dover. Durante questo lunghissimo periodo, che si divide in due epoche, Cretaceo inferiore e superiore, sono successe tante cose che sarebbe lungo ed ozioso elencare in uno scritto breve, tipo deriva e formazione dei continenti, per esempio. Sopratutto sappiamo che nel Cretaceo sono comparsi, si sono diffusi e si sono estinti i dinosauri.
Il Cartaceo descrive invece un’epoca storica vicina a noi, che prende avvio dalla comparsa e diffusione della carta ed arriva fino ai tempi odierni. Fu nel 105 dopo Cristo, secondo il calendario gregoriano, che l'eunuco Cai Lun, sotto ordine dell'imperatore Han Hedi, inventò il procedimento della carta moderna, prodotta con resti di tessuto, vecchie reti da pesca, corteccia di gelso, stracci e altri materiali. Essa sostituì, come supporto per scrivere, la seta e i listelli di bambù. E poi il papiro egiziano, il fenicio byblos, da cui Bibbia, libro. E ancora la pergamena. I Rotoli del Mar Morto, sepolti e ben conservati grazie al sale, scritti su sottili pelli di animali. La carta, però, ebbe il sopravvento su tutti gli altri materiali. Nel 751, gli arabi con la conquista di Samarcanda, in seguito alla battaglia del Talas, fecero prigionieri dei cartai cinesi dai quali appresero il procedimento segreto della lavorazione. A Samarcanda sorse infatti la prima cartiera della storia. Poi la fabbricazione della carta si diffuse nel mondo cristiano, ad opera dei cartieri italiani, tedeschi, francesi ed inglesi. Gli inglesi, liberali, produssero la “Magna Carta”. Dalla lavorazione tramite materiali diversi, quali lino e canapa, si è giunti, con la moderna tecnologia, alla più redditizia produzione di carta dalla cellulosa degli alberi.
L’invenzione della stampa a caratteri mobili, introdotta dal tedesco Johannes Gutenberg nel 1455, in Europa -in Asia esisteva fin dal 1041, grazie alla tecnica dell'inventore Bi Sheng- fece fare un passo avanti ulteriore all’espansione del Cartaceo. Seguì, in tempi moderni, l’introduzione della stampa rotativa. Leggo su Wikipedia che prima di quest'epoca, un libro o un giornale erano oggetti rari e preziosi e l’analfabetismo era enormemente diffuso. Con la graduale introduzione della carta economica, giornali, quaderni, romanzi e altra letteratura diventarono alla portata di tutti. La carta offrì la possibilità di scrivere documenti personali e corrispondenza, non più come lusso riservato a pochi. La stessa classe impiegatizia può considerarsi nata dalla rivoluzione della carta, così come dalla rivoluzione industriale. Determinanti furono inoltre le invenzioni della penna stilografica e della più economica penna a sfera, ideata da László József Bíró, perciò si chiama Biro e prodotta da Marcel Bich, per questo si chiama Bic. E che dire della macchina da scrivere? Insomma la carta e la diffusione della lettura e della scrittura hanno avuto un peso notevole nell’evoluzione economica e sociale dei paesi industrializzati.
Fino ad arrivare ad oggi, all’inizio dell’era Digitale che qualcuno definisce post industriale. E, come i dinosauri si sono sviluppati e sono scomparsi nel Cretaceo, così la carta si è diffusa e si trova oggi, alla fine del Cartaceo, sulla via dell’estinzione. Le analogie geologiche sono ricorrenti nella storia e nell’evoluzione della Terra. Secondo la Commissione Internazionale di Stratigrafia, che studia le sezioni stratigrafiche dei siti fossili, il Cretaceo inizia dalla comparsa dell’ammonite Berriasella jacobi, un mollusco con conchiglia, e termina con la presenza anomala dell’iridio, un metallo che, in quella eccessiva concentrazione, forse ci viene dall’impatto con un grande asteroide, probabile concausa della fine dei dinosauri. E il Cartaceo inizia con la comparsa della carta e termina con la sua graduale estinzione ad opera dell’impatto con il Digitale. Dell’epoca del Cretaceo nei musei di scienza naturale ci restano gli scheletri dei grandi rettili vertebrati, brontosauro, tirannosauro, triceratopo ed altri e del Cartaceo ci resteranno le filigrane di Fabriano, le stampe cinesi che riproducono le cinque lavorazioni della carta e i libri raccolti in grandi scaffalature chiamate Biblioteche. Il resto sarà tutto informatizzato e digitalizzato: il turbinoso cammino del progresso è stato segnato e contraddistinto dalla comparsa di floppy disk, cassette, dvd, cd, pennette elettroniche e simili, stupefacenti diavolerie della contemporaneità. Oggetti di memorizzazione e strumenti di scrittura e video lettura sempre più minuscoli.
Questa costante evoluzione comprende aspetti positivi e negativi. Con l’affermazione della scienza e della tecnologia informatica e la diffusione del digitale non si scrivono più lettere, terminano i carteggi che vengono soppiantati dall’inoltro di messaggi chiamati sms o chat. Se San Paolo fosse vissuto al tempo d’oggi ai Corinzi gli mandava una mail. Il linguaggio diventa infarcito di abbreviazioni, termini tecnici, idiomi giovanili, essendo i giovani nativi digitali i maggiori fruitori di tali tecnologie informatiche. I cittadini comunicano in gran parte in rete attraverso siti cosiddetti social, dove riversano conoscenze, contumelie, foto di se stessi, dette selfie, nonché del proprio cibo, prima di ingurgitarlo. Perfino i ministri comunicano in tal guisa, spesso proprio dalle sedi del ministero, rivolgendosi al popolo direttamente e direttamente sparando cazzate. La qualità della scrittura diminuisce, ma tutti scrivono perché possono farlo facilmente e liberamente. Nell’era Digitale quindi si comunica per immagini, si legge di meno e si scrive di più. Tende ad aumentare la carta riciclata per usi domestici, diversi dalla scrittura. In compenso si abbattono meno alberi per ricavarne la cellulosa necessaria a produrre carta. Nel frattempo tuttavia la foresta Amazzonica brucia, tra l’indifferenza più o meno generale e l’incapacità del governo brasiliano.
L’era attuale in cui è compreso il Digitale è definita Cenozoico. Si chiama così non perché, come ignorantemente credevo, viviamo in un periodo che si basa sulle cene, sul convivio, sul trovarsi a tavola, sulla cucina, così che tutti gli incontri di tipo sociale, sottoscrizioni, riunioni, campagne elettorali, manifestazioni solidaristiche finiscono sempre in pasti più o meno lauti, come tutti i salmi finiscono in gloria. No, tra l’altro come potrebbe essere in un mondo dove una prevalente parte della popolazione muore perché non mangia niente e una minoranza perché mangia troppo? E chi mangia, divora anche troppa carne, pur sapendo o ignorando -che è anche peggio- che gli allevamenti di bestiame contribuiscono all’impoverimento della Terra: richiedendo un fabbisogno eccessivo e inquinando l’atmosfera sono causa di squilibrio ecologico, come sostiene Jonathan Safran Foer. E non importa essere vegetariani o tantomeno vegani per ammetterlo e comportarsi di conseguenza.
Cenozoico viene dal greco kainòs, nuovo e zoè, vita. Significa dunque nuova vita, perché noi siamo il nuovo che avanza. Come quello che si serba per cena. Il Cenozoico è chiamato anche Terziario. Il famoso “Terziario avanzato”, inoltrato nel terzo millennio, è l’ultima delle ere geologiche ed è tuttora in corso. L’ultima per ora, ma non per sempre, perché l’evoluzione non finirà, ovviamente. La Terra proseguirà il suo lento, ma incessante processo di trasformazione che noi umani, la novità assoluta in termini paleontologici, stiamo nel nostro tempo e nel nostro mica tanto piccolo, contribuendo ad accelerare. O proviamo inadeguatamente a regolare. Come i dinosauri e la carta nel più lontano e recente passato, tante creature, tante cose faranno la loro comparsa per poi scomparire nel prossimo e più avanzato futuro. E chissà se anche noi ci saremo. I Nomadi dicevano di no. Lo cantavano già negli anni sessanta. Buona domenica e buona fortuna.
Libero Venturi
Pontedera, 15 Settembre 2019
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Ovviamente il Cretaceo è stato un periodo geologico, ma il “Cartaceo” me lo sono inventato. E forse la carta resisterà al digitale o le due cose saranno complementari. Però i dinosauri sono scomparsi davvero. E abbastanza alla svelta, tutto sommato.
Libero Venturi