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PENSIERI DELLA DOMENICA — il Blog di Libero Venturi

Libero Venturi

Libero Venturi è un pensionato del pubblico impiego, con trascorsi istituzionali, che non ha trovato niente di meglio che mettersi a scrivere anche lui, infoltendo la fitta schiera degli scrittori -o sedicenti tali- a scapito di quella, sparuta, dei lettori. Toscano, valderopiteco e pontederese, cerca in qualche modo, anche se inutilmente, di ingannare il cazzo di tempo che sembra non passare mai, ma alla fine manca, nonché la vita, gli altri e, in fondo, anche se stesso.

C’è tanto male in Francia

di Libero Venturi - domenica 10 febbraio 2019 ore 07:00

Siamo in guerra con la Francia. Lo avevo già preannunciato nei Pensieri di qualche domenica fa. Le nostre divisioni sono insanabili. Partono addirittura dalla glottologia comparata della topa che loro invece chiamano “chatte”, gatta. E gatti e topi quando mai sono andati d’accordo? Stiamo addirittura parlando, già lo feci notare, di quella che il pittore Gustave Courbet, non a caso realista, ritrasse e chiamò “L’origine del mondo”, come in effetti era ed è. E quindi, non è questione di topa o di gatta, è già dalle origini del mondo che ci distinguiamo dai cugini d’oltralpe. Del resto c’è tanto male in Francia, lo dice anche il titolo che si spiegava con la diffusione del cosiddetto “mal francioso”. Perfino con Napoleone Buonaparte abbiamo avuto un rapporto di amore odio, rivoluzione e restaurazione. E l’allenatore della nazionale di calcio francese Raymond Domenech, ve lo ricordate? Da tanto che era antipatico persero i mondiali. E a chi andò il mondiale? A noi!

Oggi il governo popolar sovranista di Salvini e Di Maio, per non parlare di Conte, non Paolo il cantautore che quello è un grande, l’altro, come si chiama? Giuseppe, ecco Giuseppe, il padre putativo del Governo leghista e grillino, è entrato in rapporti ostili con il governo francese. Con il loro governo, precisiamo, non con lo splendido popolo francese che lo ha eletto. E questo lo dice Salvini che anche lui è uomo di un governo eletto dal popolo, ma quello italiano. Facciamo bene ad essere ostili con la Francia, abbiamo qualche impegnuccio economico in comune, qualche affaruccio in sospeso, tra cui il salvataggio dell’Alitalia da parte di Air France, Fincantieri e altro, ma chissenefrega, questo per il nostro paese era il momento più opportuno per tagliare corto.

“Vivendi” e gli affari in corso con TIM e Mediaset, e allora? Vivendi! Vivendo si sconta anche la morte, diceva Ungaretti, il nostro grande poeta. Ma che dico poeta? “Una creatura”, che i francesi se la sognano. Insomma l’ora delle decisioni irrevocabili è segnata dal destino e batte nel cielo della nostra patria, la dichiarazione di guerra è stata consegnata all’ambasciatore di Francia. Peccato che non l’abbiamo trovato perché l’Eliseo, sdegnato -e come sdegnano i francesi in Europa non sdegna nessuno- l’aveva già richiamato in patria. Non succedeva dal 1940. Allora forse sono loro che la guerra l’hanno dichiarata a noi. Lo vedi che la cosa è reciproca? Avrebbe detto Furio-Verdone. È una questione di “grandeur”, mica seghe. Probabilmente gliel’abbiamo spedita per posta oppure la postiamo su Facebook, magari con Salvini in divisa militare. Ma forse basta un ilare tweet di Di Maio. Conte è meglio che taccia, non si capisce bene che dice.

E anche se siamo ufficialmente in recessione e lo spread sale, di nuovo chissenefrega! In fondo lo disse anche Kennedy che il Pil non è tutto nella vita delle persone e di una nazione ed è anche indice di cose poco indicate, come le armi, eccetera. Quindi se non fa la felicità per qualche punto in più, non la farà neanche per qualche punto in meno. Per quello ci sono sempre il reddito di cittadinanza e quota cento. Con che soldi si pagano? Con il Franco africano francese no di certo, quello serve per tenere in povertà le colonie d’Africa che ci mandano i migranti, come ha svelato Di Battista.

È ora di dire basta, con questa politica di rapina! Orgoglio nazionale e popolo sovrano! Ventimiglia, la frontiera violata, il respingimento degli immigrati gridano vendetta. Prendessero esempio da noi che abbiamo porti disponibili sempre per tutti i migranti. Mica sequestriamo le navi noi! E quando lo facciamo è solo per amore della cultura. Come scriveva Saba nell’Ulisse? “Il porto accende ad altri i suoi lumi; me al largo/ sospinge ancora il non domato spirito/ e della vita il doloroso amore”. Si fa per non privare nessuno del senso di avventura, di curiosità e di sapere, di quella irrequietezza e non appagatezza che deve sempre contraddistinguere l’esistenza, fosse anche quella dei migranti. Si è più forti se non ci si rifugia nel primo porto sicuro e si affronta l’amore doloroso della vita. È a fin di bene. Di questo noi italiani siamo maestri: di cultura e di vita.

E basta TAV con la Francia e il resto d’Europa. Diciamolo una volta per tutte: noi siamo fermissimamente e con ferrea volontà contro la strada ferrata e contro il treno. Anche il papa Gregorio XVI, nel 1840, pur non essendo documentata l’attribuzione “satanica” al treno da parte della Chiesa ufficiale, istituì una specie di commissione costi-benefici che non autorizzò la costruzione delle ferrovie nello Stato pontificio. E siamo anche contro l’alta velocità che non si sa nemmeno bene dove andare. Più in generale siamo contro le grandi opere pubbliche che sono tutto un mangia mangia della politica corrotta dei corrotti governi precedenti. Tutte acque chete che rovinano i ponti! Noi siamo il governo del popolo che è sempre andato piano. Anche a piedi. E mica sempre avanti.

Che mossa forte poi convocare il ministro degli esteri francese! Li abbiamo messi davvero in difficoltà! E chiedere un incontro da parte del vicepresidente del consiglio, al presidente Macron, anche quella che intuizione efficace! Macron ha dovuto rispondere che lui il presidente Conte, sempre Giuseppe, l’ha già ricevuto, che non se n’era accorto nessuno. E basta così.

In fondo Di Maio ha incontrato i Gilet Jaune, che vuol dire gialli da noi, scusate il francesismo, mica come capo del governo, quello sono io, ha detto Conte, sempre Giuseppe, che prima ci sarebbe anche Salvini. D’altra parte anche i comunisti erano di lotta e di governo e ora non possiamo essere, per la proprietà transitiva, di governo e di lotta? Giggino era lì per il movimento e di movimento i Gialli ne fanno parecchio, anche troppo. Sono venuti anche al Festival di San Remo, in pace. Forse proporranno la formula a Saint Rémi de Provence. Che tutto il mondo è provincia. È per le elezioni europee, nessuna ingerenza.

Che poi questa Europa che sarà mai! Siamo isolati come paese, ma ci penseranno i nostri alleati di Visegrád, destrorsi nazionalisti Ungheresi in testa, a risolverci i problemi, modificando il Trattato di Dublino, per farsi carico tutti dell’accoglienza dei migranti. Senza rancore, è la politica, “bellezza”, verrebbe da dire a Macron. Contro il quale, magari, è bene non esagerare. Va a finire che non mi garbava nemmeno tanto, non si capiva nemmeno che politica voleva fare, ma ce lo fanno quasi apparire simpatico! Anche a Pontedera stiamo attenti, siamo sospettosamente gemellati con Fourcambault, un tempo città della Piaggio francese! Ok è gente per bene, lavoratori, amici, ma si fa presto a diventare “collaborazionisti”.

Comunque sia, non ci facciamo prendere dalla tenerezza o dallo sconforto. Nessun timore! Alla fine un sol grido viene dalla storia: “Se la Francia non è una troia, Nizza e Savoia ci ridarà!”. Buona domenica e buona fortuna.

Pontedera, 10 Febbraio 2019

Libero Venturi

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