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venerdì 06 dicembre 2024

PENSIERI DELLA DOMENICA — il Blog di Libero Venturi

Libero Venturi

Libero Venturi è un pensionato del pubblico impiego, con trascorsi istituzionali, che non ha trovato niente di meglio che mettersi a scrivere anche lui, infoltendo la fitta schiera degli scrittori -o sedicenti tali- a scapito di quella, sparuta, dei lettori. Toscano, valderopiteco e pontederese, cerca in qualche modo, anche se inutilmente, di ingannare il cazzo di tempo che sembra non passare mai, ma alla fine manca, nonché la vita, gli altri e, in fondo, anche se stesso.

MES

di Libero Venturi - domenica 08 dicembre 2019 ore 09:10

“Sto lontano dallo stress/ in Europa voto contro il Mes”. Sembra una vecchia canzone di Jack La Furia dei Club Dogo. Ora è diventato un tormentone ripetuto da Salvini con l’accompagnamento di Di Maio, suo ex compagno di band prima che il governo giallo verde si sciogliesse. Del resto anche i Club Dogo si sono sciolti.

Mes sta per meccanismo europeo di stabilità. Si tratta di un fondo istituito per aiutare i paesi della zona euro in difficoltà. Potrebbe chiamarsi solidarietà europea. Ogni paese vi contribuisce in modo proporzionale al proprio peso economico. Il Mes, da quando è nato nel 2012, ha prestato soldi a basso tasso di interesse a Portogallo, Spagna, Irlanda, Cipro e Grecia. Perché noi italiani, brava gente, dovremmo essergli contrari? Perché siamo un paese economicamente e finanziariamente forte e pensiamo di non avere mai bisogno di aiuto? Oppure perché, come paese economicamente e finanziariamente forte, siamo contrari ad aiutare o a che siano aiutati in Europa i paesi economicamente e finanziariamente più deboli?

E cos’è questa storia di cui straparla Salvini che il Mes avrebbe la funzione di "salvare le banche tedesche” mandando in fumo “120 miliardi di risparmi degli italiani”? Com’è possibile, visto che anche la Germania vi concorre e in misura maggiore dell’Italia? E lei oltretutto non ne avrebbe nemmeno bisogno. Ma, dice, nel Mes c’è un punto critico che genera un dubbio, un insidioso rovello: è prevista o no per la sua applicazione la ristrutturazione forzata del debito pubblico? Cioè, tradotto in soldoni per noi gente non necessariamente brava, ma semplice, se ci indebitiamo e chiediamo i soldi alla banca europea, poi li possiamo considerare “fufati” o glieli dobbiamo per forza restituire, a quegli esosi finanzieri tedeschi, per non parlare dei francesi? Questi burocrati europei che rivogliono i soldi indietro! Che già c’abbiamo il mutuo della casa e il rimborso del prestito da pagare!

Ma non è questione, è che noi italiani, come paese, siamo in generale, per principio costituzionale, refrattari alle regole. Le regole sono roba da nazisti. Non basta il patto di stabilità?! Noi aborriamo il capitale finanziario, che è la fase matura, lo stadio volatile, gassoso e putrescente del turbo capitalismo sovranazionale. Bisognerebbe derubarle la zecca e le banche che ci derubano: siamo noi la “Casa de papel”! Siamo noi “Bella Ciao che partiamo”. A parte qualche professore neo nazista e relativi rigurgiti razziali, ma quello è libertà di pensiero, che ci possiamo fare? C’è una gran confusione mentale nella politica. Lo cantava già anni fa il preveggente Gaber: “Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra?”. Poi con la moglie di Forza Italia che si ritrovava, anche lui per forza non distingueva. Ma quello era amore.

Il primo ministro Conte ha tradito il Paese, ha svenduto i sovrani interessi nazionali alle banche tedesche per difendere la poltrona, si vergogni e si dimetta, gridano in Parlamento i leghisti all’opposizione e sussurrano i populisti al governo, fra un'offesa di terrone e una dichiarazione di matrimonio, intanto che l’Italia viva e renziana valuta il da farsi.

Pur con il debito pubblico che ci ritroviamo, non molto tempo fa Cinque Stelle e Lega, varando un governo populista e sovranista, si proponevano di finanziare l’aumento della spesa pubblica abusando del deficit spending, in barba a qualsiasi principio di sostenibilità, alle regole europee e forse in barba anche all’euro. Al governo c’erano Salvini e Di Maio, con la Meloni di rincalzo. E, se per questo, c’era anche Conte. Ecco chi ha tradito il nostro primo ministro, risorto a vita propria con il nuovo governo. Mica il Paese. Oltretutto Salvini e Di Maio erano ben al corrente del funzionamento del Mes.

L’ottimo ministro Gualtieri sul Mes ha trovato la quadra con gli altri ministri economici europei, senza accordi segreti, né meccanismi automatici di ristrutturazione del debito. Nel frattempo, le dichiarazioni allarmistiche di Lega & C. hanno fatto innalzare lo spread che si è mangiato davvero qualche risparmio degli italiani. Il debito pubblico permane, mentre la produttività del paese è in calo e l’occupazione seriamente minacciata. Di questo faremmo meglio a preoccuparci: di non entrare in crisi, prima che dei necessari meccanismi europei di aiuto in caso di crisi. E sarebbe un impegno di tutti, anche dell’opposizione: quello di fare buona politica per il paese, mica solo di raccattare voti, seminando paura e sconcerto.

Durerà questo governo così poco “anema e core”? Mah, speriamo. Chi lo sa. Se no si va alle elezioni e magari vincono Salvini e codazzo destrorso. Sardine permettendo. «È la democrazia, bellezza! La democrazia! E tu non puoi farci niente! Niente!». Intanto fra acuti lai e basse accuse di fellonia e alto tradimento, di sottomissione della sovranità nazionale ai teutonici interessi finanziari, il governo vacilla e il paese con lui. Tutto è gridato e niente è vero, ma gli italiani proprio a questo credono: a tutto e niente. Specialmente alle fandonie. Buona domenica e buona fortuna.

Pontedera, 8 Dicembre 2019

Libero Venturi

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