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RACCOLTE & PAESAGGI — il Blog di Marco Celati

Marco Celati

MARCO CELATI vive e lavora in Valdera. Ama scrivere e dipingere e si definisce così: “Non sono un poeta, ma solo uno che scrive poesie. Non sono nemmeno uno scrittore, ma solo uno che scrive”.

L'angelo custode

di Marco Celati - martedì 07 luglio 2015 ore 16:43

IL CONCORSO DELL' ANGELO CUSTODE

Molti anni fa, nel secolo precedente, Il Tirreno lanciò un concorso a cui partecipai, già allora non più giovane. Il giornale dettò l'incipit che potete leggere in corsivo: si trattava di realizzare, di seguito, uno o più racconti brevissimi. Di poche battute, non ricordo più quante dovevano essere, ma erano pochissime. E non si potevano superare, pena l'esclusione. Il doppio intento doveva essere quello di stimolare creatività ed educare alla sintesi: poca trama, insomma. Un amico, addetto stampa e curatore della comunicazione, al quale sottopongo scritti di varia natura, me lo ripete sempre: troppa trama! La mia partecipazione al concorso non sortì esito alcuno, ma recentemente, rovistando tra le mie carte, cosa che faccio di rado e di malavoglia, ho ritrovato una copia di quei raccontini. "S'è n'è letti di meglio, ma s'è n'è letti anche di peggio" ho pensato con un colpevole sentimento di autoassoluzione. E così ho deciso di propinarveli. È per questo che le carte andrebbero distrutte, bruciate: perché su di noi, quando sarà, si stenda un pietoso lembo, un velo compassionevole di oblio. Bisognerebbe sapere cosa è giusto ricordare e cosa è meglio dimenticare.

IL SORRISO DELL'ANGELO

L'angelo custode apparve per la prima volta a Venturini nella notte delle Ceneri, poco più di un'ora dopo aver preso finalmente sonno, avendo egli ormai raggiunta la certezza che una delle peggiori giornate della sua vita poteva considerarsi definitivamente consumata.

La mamma lavorava in farmacia, ma non esistevano medicine per il male che aveva.

"Mi dispiace" disse l'angelo.

La seconda volta gli apparve quando fu di suo padre.

"Com'è lunga la vita!" aveva borbottato il babbo prima di andarsene. Troppe sigarette, i polmoni.

"Mi dispiace" disse l'angelo.

"Non è che porti sculo?" pensò Venturini, affranto.

Così il giorno che ricomparve "Chi muore stavolta?" gli chiese scherzando.

L'angelo sorrise e gli disse: "Mi dispiace".

GIULIA

L'angelo custode apparve per la prima volta a Venturini nella notte delle Ceneri, poco più di un'ora dopo aver preso finalmente sonno, avendo egli ormai raggiunta la certezza che una delle peggiori giornate della sua vita poteva considerarsi definitivamente consumata.

Giulia se n'era andata. Era passata come un carnevale nella sua vita: concepiva l'amore come liberazione. Venturini non sapeva cosa li unisse, lui preferiva gli amplessi furtivi, peccaminosi. Di educazione cattolica, confondeva le complessità del bene e del male, ma gli piaceva Giulia, inutilmente l'aveva cercata e attesa.

"Perché perdersi, perché l'amore?"

"L'amore è un sogno" annunciò l'angelo e scomparve.

Venturini si svegliò di soprassalto. Giulia gli dormiva accanto, serena. Serene erano le cose.

UN BRUTTO SOGNO

L'angelo custode apparve per la prima volta a Venturini nella notte delle Ceneri, poco più di un'ora dopo aver preso finalmente sonno, avendo egli ormai raggiunta la certezza che una delle peggiori giornate della sua vita poteva considerarsi definitivamente consumata.

"Scendo a comprare gli assorbenti" aveva detto, il mattino dopo e non era più tornata: un classico.

Lei solare, disponibile, lui cupo e indisponente. Per qualche incomprensibile moto del cuore le opposte nature si attraggono e insieme facevano una bella coppia. Poi quella cartolina. Chi era? Un amico.

"Forse è solo un brutto sogno!"

"Lo è" gli confermò l'angelo.

Michele Venturini svegliandosi allungò il braccio. Lei era lì e, nel sonno, gli sussurrava: "Dormi, Sandro"...

Pontedera 15 Agosto 1996

Marco Celati

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