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sabato 05 ottobre 2024

DISINCANTATO — il Blog di Adolfo Santoro

Adolfo Santoro

Vivo all’Elba ed ho lavorato per più di 40 anni come psichiatra; dal 1991 al 2017 sono stato primario e dirigente di secondo livello. Dal 2017 sono in pensione e ho continuato a ricevere persone in crisi alla ricerca della propria autenticità. Ho tenuto numerosi gruppi ed ho preso in carico individualmente e con la famiglia persone anche con problematiche psicosomatiche (cancro, malattie autoimmuni, allergie, cefalee, ipertensione arteriosa, fibromialgia) o con problematiche nevrotiche o psicotiche. Da anni ascolto le persone in crisi gratuitamente perché ritengo che c’è un limite all’avidità.

​Dio? Patria? Famiglia?

di Adolfo Santoro - sabato 24 settembre 2022 ore 12:00

Lo slogan “Dio, Patria, Famiglia”, meccanicamente ripetuto da chi ha paura dell’infinito eterno e deve ancora aggrapparsi ad un’identità, è la fede dei para-fascisti occidentali che vogliono la guerra. Lo stesso slogan “Dio, Patria, Famiglia” è recitato dai loro “nemici” i para-fascisti orientali ortodossi del Donbass. Nessuno di questi para-fascisti si è accorto del paradosso.

Che cosa vuol dire allora questo slogan ripetuto in modo ipnotico dai para-fascisti e quali sono le sue radici?

I “mezzobusto” televisivi ci hanno spiegato che le radici si fermano a Mazzini, che però aggiungeva “Umanità”: “Dio, Umanità, Patria, Famiglia” stravolgeva il significato dello slogan para-fascista attraverso l’introduzione di un internazionalismo, una fratellanza universale, un cattolicesimo proto-comunista di San Paolo, un ecumenismo. Ma ancora questa spiegazione appare superficiale.

Sono (o forse erano) più profonde le femministe che vedevano in dio, patria e famiglia la radice dell’oppressione del Maschile sul Femminile.

Bisogna allora andare alle radici della fondazione del mondo patriarcale per comprendere ciò, bisogna rileggere la Bibbia. Questa recita: “… E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra»… 

Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. Allora l'uomo disse: è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta». Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna. Allora Dio disse a Noè: « È venuta per me la fine di ogni uomo, perché la terra, per causa loro, è piena di violenza; ecco, io li distruggerò insieme con la terra… Ecco io manderò il diluvio, cioè le acque, sulla terra, per distruggere sotto il cielo ogni carne, in cui è alito di vita; quanto è sulla terra perirà. Ma con te io stabilisco la mia alleanza. Entrerai nell'arca tu e con te i tuoi figli, tua moglie e le mogli dei tuoi figli… Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra. Il timore e il terrore di voi sia in tutte le bestie selvatiche e in tutto il bestiame e in tutti gli uccelli del cielo. Quanto striscia sul suolo e tutti i pesci del mare sono messi in vostro potere… E voi, siate fecondi e moltiplicatevi, siate numerosi sulla terra e dominatela». Dio disse a Noè e ai sui figli con lui: «Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza coni vostri discendenti dopo di voi.. Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutto nessun vivente dalle acque del diluvio, né più il diluvio devasterà la terra». I figli di Noè che uscirono dall'arca furono Sem, Cam e Iafet… Ora Noè, coltivatore della terra, cominciò a piantare una vigna. Avendo bevuto il vino, si ubriacò e giacque scoperto all'interno della sua tenda. Cam, vide il padre scoperto e raccontò la cosa ai due fratelli che stavano fuori. Allora Sem e Iafet presero il mantello, se lo misero tutti e due sulle spalle e, camminando a ritroso, coprirono il padre scoperto; avendo rivolto la faccia indietro, non videro il padre scoperto. Quando Noè si fu risvegliato dall'ebbrezza, seppe quanto gli aveva fatto il figlio minore;
allora disse: «Sia maledetto Cam! Schiavo degli schiavi sarà per i suoi fratelli!».

La rilettura della Bibbia apre la mente a comprendere che con le religioni patriarcali nascono (1) l’antropocentrismo, (2) lo sfruttamento della Terra e degli altri Esseri viventi in Terra, (3) la proliferazione incontrollata dell’uomo, (4) la soggezione della donna, che non è nominata da Dio, ma da Adamo (la nominazione dà il potere sulle cose), (5) il patto tra Dio e il Maschio di turno, con i padri della Patria (Noè, ma poi Abramo, Mosé etc), (6) la centralità delle Famiglie come origine dei clan, che popolavano l’etnia ebraica, (7) la falsa promessa che non ci sarebbe stato alcun nuovo “diluvio”, mentre il riscaldamento globale è già un nuovo “diluvio”, (7) il razzismo verso i discendenti di Cam, i Neri, che devono essere schiavi dei bianchi.

Se è comprensibile l’esigenza di un’etnia oppressa, quella ebraica, di riunirsi sotto questo Dio-padrone, ad un certo momento, l’Uomo ne può e ne deve fare a meno. Ed è quello che cercò di fare Gesù, giocando con le parole, per quanto il potere del tempo gli permetteva: in particolare affermò in Tommaso che lo Spirito può manifestarsi nella donna come nell’uomo, che la patria dell’uomo è la terra e che la famiglia dell’uomo è la fraternità tra tutti gli esseri. Fu crocefisso!

Di queste incongruenze se ne accorse anche Wilhelm Reich, che, in “Psicologia di massa del fascismo”, parla, tra l’altro, di “L’ideologia come forza materiale”, “La funzione sociale della repressione sessuale”, “Führer e struttura di massa”, “Legame familiare e sentimenti nazionalistici”, “Purezza della razza, avvelenamento del sangue e misticismo”; egli, in particolare, mostrò che la donna, come generatrice di uomini al fronte, è la colonna portante della famiglia e della devozione al Führer e alla patria.

Di queste incongruenze se ne accorsero gli anarchici, quelli cantati da Giorgio Gaber in “Addio Lugano bella” (https://www.youtube.com/watch?v=k84G4ODpBsE), quelli che andavano “predicar la pace ed a bandir la guerra”, quelli di “né dio, né stato, né servi, né padroni”.

Come avrebbe votato oggi Giorgio Gaber? Ne “Il voto” (https://www.youtube.com/watch?v=X-QXXOiUVXw ) recita: “Secondo me, se va avanti così, va a finire che a votare non ci va più nessuno. No, dico, è una cosa grave! Grave per chi? Per la gente no, per i partiti nemmeno, tanto rimane tutto uguale: lo Stato è lì bello solido… d’altronde il voto è un diritto-dovere. Anche questa è bella: che sia un diritto lo abbiamo capito tutti; che sia un dovere ultimamente non l’ha capito nessuno… Che mestiere strano quello del politico: è l’unico mestiere in cui uno dice – Io sono il più bravo – E se lo dice da sé, e te lo scrive, e te lo grida nelle piazze, nei comizi – Io sono l’uomo giusto al posto giusto – Complimenti! 

E allora come si fa a tacciare di sterile menefreghismo uno che non vota: potrebbe essere un rifiuto forte e cosciente di questa politica! No perché non è mica facile non andare a votare, soprattutto non è bello farlo così a cuor leggero, o addirittura farsene un vanto! C’è dentro il disagio di non appartenere più a niente, di essere diventati totalmente impotenti. C’è dentro il dolore di essere diventati così poveri di ideali, senza più uno slancio, un sogno, una proposta, una fede. È come una specie di resa, ma al di là di chi vota e di chi non vota, al di là dell’intervento, al di là del fare o non fare politica: l’importante sarebbe continuare a “essere” politici, perché in ogni parola, in ogni gesto, in qualsiasi azione normale, in qualsiasi momento della nostra vita, ognuno di noi ha la possibilità di esprimere il suo pensiero di uomo, e soprattutto di uomo che vuol vivere con gli uomini. E questo non è un diritto: è un dovere”…

E allora ho deciso di andare a votare il partito con capilista Gesù, Reich e Gaber: il partito che non c’è!

Adolfo Santoro

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