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domenica 28 aprile 2024

DISINCANTATO — il Blog di Adolfo Santoro

Adolfo Santoro

Vivo all’Elba ed ho lavorato per più di 40 anni come psichiatra; dal 1991 al 2017 sono stato primario e dirigente di secondo livello. Dal 2017 sono in pensione e ho continuato a ricevere persone in crisi alla ricerca della propria autenticità. Ho tenuto numerosi gruppi ed ho preso in carico individualmente e con la famiglia persone anche con problematiche psicosomatiche (cancro, malattie autoimmuni, allergie, cefalee, ipertensione arteriosa, fibromialgia) o con problematiche nevrotiche o psicotiche. Da anni ascolto le persone in crisi gratuitamente perché ritengo che c’è un limite all’avidità.

Il negazionismo da vecchio (Old Denial) a nuovo (New Denial)

di Adolfo Santoro - sabato 03 febbraio 2024 ore 09:42

Se il 18% degli italiani non crede al cambiamento climatico, perché dovremmo meravigliarci se la classe dirigente eletta dall’ignoranza media somiglia a questi italiani? Anche i negazionisti, però, stanno cambiando: stanno diventando una minoranza i vecchi e beceri negazionisti, come i leghisti Claudio Borghi (“Io non posso sentire, ogni volta che c’è un’inondazione che è una cosa inevitabile perché c’è il cambiamento climatico. Ma -Dio bono- ci sono le lettere di Galileo che dicono che il Bisenzio continua ad esondare”), Stefano Turchet (“Io dico che le attività umane contribuiscono al riscaldamento globale come potrebbe farlo uno starnuto in un temporale”) e Matteo Salvini (“Quando vedi i ghiacciai che si ritirano anno dopo anno, non è perché Capezzone sgasa con la sua Golf biturbo che c’è il ghiacciaio dell’Adamello che arretra: ci sono dei cicli storici…”). I nuovi negazionisti o si collocano tra gli opposti estremismi da loro inventati (Maurizio Gasparri: “Non bisogna essere né negazionisti, né allarmisti… incendi, ahimé, temperature a 45°, situazioni tragiche si sono ripetute nel corso della storia; quindi immaginare che siamo arrivati alla fine della storia è sbagliato”) o, come negano furbescamente il proprio fascismo, negano il proprio negazionismo climatico. Ne è un esempio Giorgia Meloni: “Gli italiani non hanno scelto un governo composto da negazionisti climatici”… ma poi non ha soccorso la Romagna inondata, ha cancellato 16 miliardi del PNRR che servivano a contrastare il dissesto idrogeologico, in un messaggio ai neo-fascisti spagnoli di Vox ha attaccato “il fanatismo ultra-ecologista della sinistra”, continua ad inviare armi (anche se viene stimato che le guerre siano responsabili per 1/5 del riscaldamento globale) e, in questi giorni ha destinato 3 miliardi del Fondo sociale per il clima italiano ai 5,5 miliardi della sua passerella pubblicitaria del “Piano Mattei” (nello stile dei carri armati di Mussolini che giravano più volte nella stessa parata mistificando la “potenza” italica), mentre impoverisce gli italiani (qualcuno dei quali, come gli agricoltori, sta iniziando ad accorgersene). E l’ambiguità dell’”opposizione” italiana e quella dei parlamentari europei (il 23% dei quali ha avuto problemi con la giustizia) e del resto del mondo non sono da meno.

Il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato. Incendi boschivi, inondazioni, caldo insopportabile e siccità senza precedenti stanno diventando la normalità per miliardi di persone in tutto il mondo. L’urlo di rabbia di Madre Natura sembra solo l’antipasto degli anni a venire, eppure non siamo inondati solo da alluvioni caldo e siccità, ma anche da un’ondata di disinformazione progettata per ritardare ogni azione. Queste bugie, accolte con favore, consentite e spesso finanziate dai magnati del petrolio e del gas che ne traggono vantaggio finanziario, vengono cinicamente utilizzate dai leader politici per spiegare perché rimangono ostinatamente incapaci di intraprendere azioni correttive urgenti. In questa battaglia tra verità e scienza contro bugie e avidità, l’evidenza dell’origine antropica del riscaldamento globale obbliga chi cerca di indebolire la scienza del clima a cambiare strategia: il vecchio negazionismo (Old Denial) lascia il posto al nuovo negazionismo (New Denial).

Se n’è accorto il “Centro per il contrasto dell’odio digitale” (Center for Countering Digital Hate o CCDH), un’organizzazione no-profit inglese, che lavora per fermare la diffusione dell’odio e della disinformazione online al fine di proteggere i diritti umani e le libertà civili online. Le piattaforme di social media, che hanno cambiato il modo in cui comunichiamo, costruiamo e manteniamo relazioni, stabiliamo standard sociali, negoziamo e affermiamo i valori della nostra società, sono diventati spazi sicuri per la diffusione dell’odio, delle teorie del complotto e della disinformazione. Nel rapporto “The new climate denial” i ricercatori del CCDH hanno quantificato l’aumento negli ultimi cinque anni del nuovo negazionismo climatico, che non disconosce il cambiamento climatico, ma ne rifiuta l’origine antropica, attacca scienza e scienziati del clima e cerca di minare seminando dubbi la fiducia nelle soluzioni al cambiamento climatico. Utilizzando l’intelligenza artificiale i ricercatori del CCDH hanno trovato che le affermazioni del New Denial sono il 70% di tutte le affermazioni di negazione del clima fatte su YouTube contro il 35% di sei anni fa. L’Old Denial (“il riscaldamento globale non sta accadendo… i gas serra generati dall’uomo non stanno causando il riscaldamento globale… gli impatti del riscaldamento globale sono benefici o innocui… le soluzioni climatiche non funzioneranno… la scienza del clima e il movimento per il clima sono inaffidabili”) sta passando alle affermazioni più sottili del New Denial, che sono classificabili in cinque gruppi.

1 All’affermazione “Il riscaldamento globale non si sta verificando” si sono sostituite “La superficie della Groenlandia ha guadagnato più di 400 miliardi di tonnellate di ghiaccio e neve [...] più di 50 miliardi di tonnellate sopra la media” (in realtà, la Groenlandia sta perdendo 270 miliardi di tonnellate di ghiaccio in media all'anno), “siamo in un’era glaciale, questi sono i fatti. E i fatti dicono che diventerà più freddo man mano che il sole si spegnerà nel Grande Minimo Solare” (in realtà, anche se il prossimo ciclo solare sarà meno attivo, non causerà un’era glaciale), “Negli ultimi anni gli inverni sono stati così freddi nel Midwest e nel Nordest che gli allarmisti climatici hanno iniziato a attribuire tutto il freddo al riscaldamento globale” (in realtà, il riscaldamento globale può effettivamente contribuire a un clima invernale rigido), “Le registrazioni satellitari della temperatura indicano che il pianeta non è più caldo oggi di quanto lo fosse nel 2003” (in realtà, le prove mostrano il progressivo riscaldamento dal 1998 ad oggi), “Non c’è stato alcun innalzamento del livello del mare negli ultimi 50 anni, come la maggior parte dei notiziari vorrebbe farci credere” (in realtà, il livello del mare è aumentato di poco più di 10 centimetri negli oceani), "Gli allarmisti dicono che gli uragani e altre tempeste stanno peggiorando e che i venti stanno diventando sempre più forti. Non è vero!" (in realtà, le condizioni meteorologiche estreme sono sempre più frequenti).

2 All’affermazione “I gas serra generati dall’uomo non causano il riscaldamento globale” si sono sostituite “L’attività solare è collegata al riscaldamento degli ultimi 300 anni” (in realtà, il riscaldamento degli ultimi decenni è troppo grande per essere causato dall’attività solare), “I gas serra non possono causare fisicamente il riscaldamento globale osservato, soprattutto se parliamo di CO2 che costituisce lo 0,04% dell’atmosfera” (in realtà, la poca CO2 nell’atmosfera è sufficiente a riscaldare il pianeta).

3 All’affermazione “Gli impatti del riscaldamento globale sono benefici o innocui” si sono sostituite “La temperatura superficiale globale è relativamente insensibile a livelli molto elevati di CO2 perché altrimenti non saremmo entrati in una glaciazione” (in realtà, la ricerca suggerisce che il clima è altamente sensibile all’emissione umana di CO2), “Se il livello del mare si alza, il corallo ringrazia moltissimo e continua a crescere e crescere” (in realtà le barriere coralline stanno perdendo la capacità di tenere il passo con l’aumento del livello del mare), “La vita sulla Terra ha beneficiato dell'aumento della CO2 negli ultimi 35 anni; la Terra è diventata molto più verde” (in realtà, gli effetti negativi della CO2 superano di gran lunga i benefici per la crescita delle piante), “sono gli oceani ad essere responsabili dell’aumento della CO2 in atmosfera in conseguenza dell’aumento della loro temperatura in superficie” (in realtà, l’effetto dell’assorbimento della CO2 da parte degli oceani ha finora prevalso, di gran lunga sull’emissione di CO2, tant’è che aumenta la loro acidificazione).

4 All’affermazione “Le soluzioni climatiche non funzioneranno” si sono sostituite “Costruiremo migliaia di nuovi pannelli solari e parchi eolici, richiedendo al governo di demolire decine di migliaia o forse anche centinaia di migliaia di acri di terra […] distruggendo l’economia e distruggendo l’ambiente.” (in realtà,se c’è una programmazione, le energie rinnovabili hanno bisogno dello stesso o di meno spazio delle infrastrutture per i combustibili fossili), “Le politiche climatiche sono inefficaci o imperfette” in realtà, l’efficienza energetica riduce l’energia necessaria per una serie di servizi), “Stanno sostituendo i combustibili fossili con l’energia solare ed eolica, ma poi si rendono conto che d’inverno il sole non splende e il vento non soffia così tanto, quindi i costi energetici sono saliti alle stelle” (in realtà: il problema della disponibilità dell’energia 24 ore su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno è comune a quasi tutte le fonti energetiche), “Se proviamo a fare a meno dei combustibili fossili nel corso della nostra vita, vedremo il tenore di vita precipitare.” (in realtà, è possibile programmare il passaggio indolore alle energie rinnovabili).

5 All’affermazione “La scienza del clima e il movimento per il clima sono inaffidabili” si sono sostituite “La variabile delle nuvole è stata identificata quasi all’unanimità negli ultimi due anni di letteratura come la principale fonte di incertezza ed errore nei modelli climatici” (in realtà, i modelli climatici stanno fornendo previsioni corrette sul riscaldamento futuro), “Il movimento per il clima è inaffidabile, allarmista o corrotto… c’è un consenso del 97% tra gli scienziati sul fatto che l’IPCC è una frode.” (in realtà è più probabile che le previsioni dell’IPCC sottostimino il cambiamento climatico).

Il New Denial fa guadagnare le piattaforme digitali (ad esempio, YouTube ricava 13,4 milioni di dollari all'anno in entrate pubblicitarie dai canali studiati in questo rapporto e vigila poco sui contenuti pubblicati, com’è dimostrato dal recente episodio di un giovane patriota USA che ha tagliato la testa del padre, l’ha messa in una pentola e ne ha fatto un video che è rimasto pubblicamente su Youtube per ben 5 ore, mentre il giovane blaterava contro Biden e gli antifascisti) e le società di social media erodono i diritti umani fondamentali e le libertà civili consentendo la diffusione dell’odio e della disinformazione online; ne consegue la necessità di nuovi modelli deontologici:

1 Google dovrebbe affermare decisamente che non sono consentiti contenuti che contraddicono l’autorevole consenso scientifico sulle cause, gli impatti e le soluzioni al cambiamento climatico e, soprattutto, vigilare in modo coerente.

2 Le piattaforme digitali (Instagram, Facebook, TikTok e X) dovrebbero demonetizzare e deamplificare i contenuti di negazione del clima: attualmente Instagram e Facebook di Meta lasciano a fact checker di terze parti il compito di identificare post e pubblicità che negano l’esistenza del cambiamento climatico, limitandosi a rimuovere le pubblicità e a limitare la portata dei contenuti dopo che sono stati segnalati; TikTok si limita alla rimozione di Old Denial e non fa nulla per affrontare il New Denial; X non ha una politica ufficiale nei confronti dei contenuti o della pubblicità di Old e New Denial. Demonetizzare il negazionismo climatico rimuoverebbe gli incentivi economici alla base della sua creazione e proteggerebbe gli inserzionisti dal finanziare contenuti dannosi; deamplificare ne limiterebbe la portata e la visibilità, concedendo tempo per la verifica dei fatti e altre misure protettive da applicare laddove il contenuto sia chiaramente contrario al consolidato consenso scientifico sui cambiamenti climatici.

In attesa, ovviamente, dell’accelerazione dello scioglimento dei ghiacci dei poli.

Adolfo Santoro

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