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Attualità mercoledì 19 luglio 2017 ore 17:10

Rigassificatore, il Ministero difende la scelta

Rosignano Solvay

Per il dicastero all'ambiente il progetto prevede interventi minimi, considerati i pareri di Comune e Regione e evitando la delocalizzazione a Vada



ROSIGNANO MARITTIMO — Il Ministero all'ambiente ha diramato una nota con la quale difende la scelta della commissione che ha evitato la valutazione di impatto ambientale per la realizzazione di un nuovo rigassificatore di Gnl allo stabilimento di Rosignano Solvay.

"Il progetto - si legge nella nota -, che interviene su un impianto di rigassificazione che ha già ottenuto il decreto di compatibilità ambientale nel 2010, prevede minime modifiche al layout del terminale Gnl, l’installazione di una stazione di caricamento Gnl su autocisterne all’interno dell’area di impianto, l’adeguamento della piattaforma di attracco e ormeggio, la modifica al tracciato delle pipeline criogeniche limitatamente al tratto corrispondente all’attraversamento del fiume Fine e la realizzazione del nuovo terminale con la relativa impiantistica".

Riguardo alle nuove proteste che la decisione ha scatenato sul territorio, compreso l'annuncio del sindaco Alessandro Franchi di un prossimo ricorso al Tar, dal Ministero si fa presente che alla soluzione attuale si è arrivati al termine di un "iter lungo", più che altro per evitare la creazione di un nuovo impianto a Vada.

"Questo è stato l’esito di un iter istruttorio lungo oltre un anno e mezzo - hanno riferito dal Ministero -, che ha visto il coinvolgimento del pubblico, come anche la massima considerazione delle posizioni espresse dal Comune e dalla Regione, i cui rappresentanti sono stati ascoltati nel corso di specifiche riunioni organizzate al ministero. Proprio una delle principali preoccupazioni, ovvero che non fosse realizzata la delocalizzazione del terminale di etilene in località Vada, trova pienamente riscontro nel provvedimento di esclusione dalla Via, nel quale è indicata con una stringente tempistica l’attività di dismissione e lo smantellamento dell’esistente terminale e la rinaturalizzazione dell’intera area di sedime.


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