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Cronaca lunedì 16 febbraio 2015 ore 15:11

Ladro incastrato dal Dna 4 anni dopo

Nel 2011 tentò di rapinare, con due complici, un portavalori a Rosignano: i carabinieri hanno arrestato un sessantenne pluripregiudicato



ROSIGNANO MARITTIMO — Alcune tracce di saliva lasciate su una bottiglietta in plastica hanno permesso di risalire al Dna. Il pregiudicato è finito così in manette con l'accusa di rapina aggravata e tentata rapina aggravata in concorso nonché detenzione illegale di armi da sparo.
G. M. le sue iniziali, 60 anni, originario di Genova questa mattina è stato raggiunto presso il carcere di Busto Arsizio, dove è attualmente detenuto per analoghi reati, dai militari del nucleo investigativo del reparto operativo di Livorno. Gli hanno notificato l'ordinanza di custodia in carcere emessa dal giudice del Tribunale di Livorno sulla scorta delle risultanze cui sono arrivati i carabinieri dopo oltre tre anni di indagini. Importanti, a tal proposito, sono risultati essere anche gli accertamenti effettuati su alcuni reperti trovati sul luogo della rapina da parte dei militari del Ris di Roma.
I fatti risalgono alla mattinata del 2 agosto 2011, quando l'uomo, insieme ad altri due complici ancora non identificati, travestiti da giardinieri e con i volti coperti, aggredirono una guardia giurata, in servizio come portavalori presso la società Securpol di Livorno. La guardia  era intenta a raggiungere la cassa continua dell'ufficio postale di Rosignano Solvay, presso la quale doveva prelevare il denaro.

I tre malviventi, armati di pistola, presero anche la pistola in dotazione alla guardia giurata, ma non riuscirono ad aprire la cassa contenente i soldi. Furono costretti a dileguarsi a causa del sopraggiungere improvviso di alcuni passanti. L'immediato intervento dei carabinieri e il successivo sopralluogo consentirono di rinvenire e repertare, tra l'altro, una piccola bottiglietta in plastica abbandonata da uno dei malviventi sul luogo del reato. Gli accertamenti di laboratorio effettuati dagli uomini del Ris di Roma hanno quindi permesso di estrapolare il Dna riconducibile a quello del pluripregiudicato.
La definitiva certezza che il profilo genetico fosse quello dell'uomo, è stata poi confermata dalle indagini svolte dai carabinieri di Pescara che, nel 2013, hanno sgominato una banda dedita alle rapine a furgoni portavalori. Nel corso dell'attività i carabinieri sono riusciti a sequestrare numerose armi da guerra sulle quali sono state trovate tracce del Dna dello stesso uomo. Il rapinatore che è stato raggiunto dalla misura cautelare nel carcere di Busto Arsizio si era già macchiato in passato di gravi fatti di sangue. In particolare nel 1977 uccise, nel corso di un conflitto a fuoco a Genova, il brigadiere dei carabinieri Ruggero Volpi.


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