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Cronaca venerdì 07 novembre 2014 ore 22:50

Usura: prestava soldi e poi si prendeva le case

Due indagati, un enorme giro di contanti e maxi-sequestro di immobili da 4 milioni di euro tra Cecina, Livorno, Castagneto, San Vioncenzo e Campiglia



CASTAGNETO CARDUCCI — L'operazione 'Real Estate - Mike' è iniziata dalle prime ore di questa mattina, ma le indagini andavano avanti da mesi. Oltre 50 militari della Guardia di Finanza e dei Carabinieri livornesi, coordinati dalla Procura di Livorno, hanno sequestrato preventivamente beni per oltre 4 milioni di euro.

GLI INDAGATI. Nel mirino dell'operazione anti-usura le attività illecite del pregiudicato , 69 anni, residente a Castagneto Carducci. L'uomo, M. F. le sue iniziali, è ritenuto responsabile dei reati di: usura, abusivo esercizio di attività finanziaria e truffa aggravata. I carabinieri di Livorno hanno eseguito la misura cautelare del divieto di dimora nella provincia di Livorno nei confronti dell'uomo.
C'è però anche un altro indagato:un avvocato 41enne di Piombino.  Per l'uomo, M. C. le sue iniziali, è scattata la misura interdittiva, con divieto di esercizio della professione per due mesi. L'avvocato è indagato per i reati di truffa, ricettazione e falsità materiale in atti pubblici. Il professionista avrebbe contraffatto una serie di atti pubblici e utilizzato timbri contraffatti, riproducenti o sigilli del Tribunale di Livorno e gruppi firma di funzionari ed impiegati dello Stato.

L'USURA. L'indagato 69enne sarebbe stato solito prestare denaro 'a strozzo', con  tassi del 100%, attraverso un meccanismo particolare e apparentemente lecito. L'uomo per prestare il denaro, faceva atti preliminari di vendita di uno o più immobili di proprietà delle vittime. Così la somma prestata figurava come caparra, ma poi se gli usurati non volevano perdere le loro proprietà, dovevano restituire all'uomo il doppio della caparra. Oppure, per essere certo della restituzione dei soldi, veniva inserita del contratto una penale come clausola dell'eventuale recesso.
Non solo: nel preliminare di vendita dell'immobile della vittima, veniva indicato un prezzo di gran lunga inferiore al valore reale di mercato, solitamente pari alla metà.
Nella maggior parte dei casi le vittime, non riuscendo a restituire il prestito entro i termini, avrebbe finito con il perdere la proprietà della loro abitazione che passava nelle mani dell'usuraio, il quale spesso le faceva rimanere nelle loro abitazioni, riscuotendone l'affitto.

I SEQUESTRI. I militari hanno eseguito il sequestro preventivo di 35 unità immobiliari dell'indagato per un valore di 4 milioni di euro: 16 appartamenti, 5 appezzamenti di terreno agricolo, un terreno adibito a stazione di servizio, 8 autorimesse, 2 magazzini, un fabbricato ad uso industriale e 2 immobili ad uso corte.  Le unità immobiliari sottoposte a misura cautelare si trovano nei comuni di Livorno, Castagneto Carducci, San Vincenzo, Cecina e Campiglia Marittima
Sarebbero stati acquisiti, tra il 2005 e il 2012, dal pregiudicato attraverso compravendite o mediante aggiudicazione all'asta, utilizzando disponibilità finanziarie di dubbia provenienza lecita, intestati o cointestati, in alcuni casi, solo formalmente alla moglie e ai tre figli. Questi ultimi avrebbero effettuato acquisizioni immobiliari di ingente valore per conto dell'indagato, pur non avendo mai dichiarato redditi oppure avendo percepito entrate di modesta entità. 
Nei confronti dell'uomo, della moglie e dei figli sarebbe stato eseguito anche un provvedimento di sequestro dei conti correnti e dei dossier titoli, perchè considerati proventi del reato di usura.

LE INDAGINI. Dalle indagini patrimoniali nell'arco di quattro mesi è emersa un'operatività sui conti correnti e  sui dossier titoli, continuativa nel tempo, basata su un intenso ricorso al contante, sull'utilizzo anomalo dell'assegno e su continui investimenti in strumenti finanziari. Ad esempio, tra il 2005 e il 2013 sono stati accertati prelevamenti e versamenti di denaro contante per complessivi 1,6 milioni di euro, nonché la richiesta di emissione di assegni circolari con regolamento in contanti per 800 mila euro.
Le movimentazioni dei conti sono risultate sovradimensionate rispetto al profilo economico del pregiudicato che ufficialmente gestisce dal 2000 un'attività agricola tramite una ditta individuale.
Anche la magistratura della Repubblica di San Marino avrebbe indagato recentemente su questi movimenti.


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