Sentimenti a peso
di Gianni Micheli - sabato 12 giugno 2021 ore 07:30
Sono tornato in palestra. Ambienti spaziosi, utenti ridotti, spugna e detergente tra le mani. Niente di estremamente faticoso: qualche peso, una passeggiata veloce di fronte a un televisore acceso, un sussurro agli addominali, una passata di aspirapolvere sui muscoli.
Non so a voi ma a me andare in bicicletta, in palestra, fa pensare. Sarà il dover guardare un muro. Sarà il dover cercare un’idea su come passare il tempo dimenticandosi del vento.
Il pensiero di oggi è caduto sui pesi. I pesi e il loro sollevamento. Il “peso”, in palestra, è quell’oggetto tangibile che ti ricorda il peso delle cose e la fatica. Il peso delle calorie che vorresti salutare. Il peso delle gocce di sudore che vorresti tirar fuori. Massiccio, autentico, tanto materiale quanto reale, il “peso”, da 2 kg in su, è equazione del desiderio e del già desiderato. Quanta pancetta vuoi perdere tanti pesi devi portare. Quanti muscoli vuoi far venir fuori tanti pesi devi smuovere. L’estetica, se vogliamo, quell’intreccio di linee e volumi tra polpacci, gambe, braccia, addominali e via e via, in palestra si misura in “pesi”: una certezza. Niente di aleatorio: un “peso” sollevato, con la sua fatica, dà sempre un risultato.
Che meraviglia se ci fossero palestre per le emozioni. Palestre e pesi da poter sfruttare. Strumenti concreti, matematici, bilanciati, regolati in tabelle, con i quali gestire l’educazione al sentimento, alla socialità.
«Vorrei sviluppare l’empatia…».
Istruttore: «Guardi, le preparo la sua tabella di marcia, il suo foglio degli esercizi. È mai stato empatico?».
«Non saprei… forse da bambino».
Istruttore: «Non forziamo troppo le cose, allora. Iniziamo con quel peso da 5».
«Quello rosso?»
Istruttore: «No, quello rosso è per l’amore, naturalmente. L’empatia è quel peso là, quello viola. Mi fa 3 serie da 15 sollevamenti con un defaticamento di 60 secondi».
«Il defaticamento è necessario?»
Istruttore: «Ma scherza? Con l’empatia lei mi va a lavorare su una socialità problematica, il defaticamento è indispensabile. Pensi a qualcosa di neutro che non le fa venire in mente nessuna emozione».
«Non sarà facile…».
Istruttore: «Non si preoccupi, è solo questione di esercizio. Quando ha finito mi venga a chiamare che passiamo al manubrio dell’immedesimazione. Lì i pesi sono due, naturalmente».
Non sarebbe strano ma meraviglioso?
Gianni Micheli