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Attualità giovedì 28 luglio 2016 ore 11:23

Giancarlo Caselli si racconta al Castello

Appuntamento di grande prestigio sabato prossimo a Castello Pasquini di Castiglioncello con la presenza di uno dei più noti magistrati italiani



ROSIGNANO M.MO — Sabato 30 luglio 2016, alle 18.00, la Limonaia, nel parco del Castello Pasquini di Castiglioncello, ospiterà nell’ambito degli Incontri al Castello, organizzati dal Comune di Rosignano Marittimo, un appuntamento fuori programma di grande rilievo. Il giornalista Mario Lancisi intervisterà il magistrato Giancarlo Caselli con il quale ha recentemente dato alle stampe il libro autobiografico “Nient’altro che la verità. La mia vita per la giustizia, fra misteri, calunnie e impunità”, edito da Piemme.

Il libro è il racconto incalzante che rievoca le tappe fondamentali, i valori, gli amici e i nemici che hanno segnato l’avventura umana e professionale di quello che viene definito il «magistrato più scomodo d’Italia». È la storia vera di un “uomo di legge” che ha dedicato la propria vita alla giustizia, pur consapevole dei limiti delle norme. Una storia raccontata per la prima volta senza reticenze, senza tralasciare i dettagli più inquietanti come misteri, calunnie, colpi bassi, depistaggi. 

Un racconto dove sono continui, anche se ben distinti e selezionati, gli intrecci fra mafia, economia e politica, con particolari inediti sulle recenti inchieste svolte sulla ’ndrangheta nel nord d’Italia. 
Giancarlo Caselli è in pensione dal dicembre 2013, entrato in Magistratura nel dicembre 1967, è stato giudice istruttore a Torino e si è occupato a lungo di inchieste sul terrorismo (Brigate rosse e Prima linea). Dal 1986 al 1990 è stato componente del Consiglio Superiore della Magistratura, eletto nelle liste di Magistratura Democratica. Rientrato a Torino come presidente della Corte d’Assise, nel 1992 dopo la morte di Falcone e Borsellino ha chiesto di essere trasferito a Palermo, dove ha diretto quella Procura per quasi sette anni, contribuendo al conseguimento di importanti risultati contro la mafia. Successivamente è stato capo del Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) e rappresentante italiano in Eurojust, struttura di coordinamento delle indagini transnazionali. Infine è stato Procuratore generale di Torino e poi Procuratore della Repubblica, veste nella quale ha coordinato le indagini sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Piemonte e sulle violenze riferibili a frange estreme del movimento no Tav. Attualmente dirige in Coldiretti la
segreteria scientifica dell’Osservatorio sulla criminalità nel settore agroalimentare. Caselli è autore di varie pubblicazioni sui temi della legalità e della giustizia. 


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