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Attualità giovedì 12 gennaio 2017 ore 15:01

"Mercurio e arsenico tra i rifiuti"

Una discarica (foto d'archivio)

La sezione livornese del movimento Medicina democratica chiede la chiusura immediata e la bonifica della discarica di Bulera



POMARANCE — "Dal 1982 -scrive in una nota il movimento Medicina Democratica, nella sua sezione provinciale di Livorno-  la discarica di Bulera riceve rifiuti tossici al mercurio, al boro e all’arsenico" 

Come sottolinea il comunicato del movimento, nel 1999 la Provincia di Pisa approvò il progetto definitivo di ampliamento finalizzato alla chiusura in sicurezza della discarica di Bulera, classificata come discarica per rifiuti speciali pericolosi di categoria 2. 

"L’unica sicurezza  - si legge nella nota di Medicina democratica - è stata solo l’enorme entrata di soldi" e "L'accoglimento -secondo il movimento stesso- di rifiuti tossici anche da fuori provincia". 

"Ancora tra il 2012 e il 2015 veniva autorizzata a smaltire 48mila metri cubi di terre contenenti amianto - prosegue la nota di Medicina democratica- Si noti anche che l’unica impermeabilizzazione sottostante al corpo della discarica è costituita solo da argilla (niente teli spessorati come prescritto in discariche più sicure), mentre dei teli sono stati collocati solo sopra ad alcuni lotti per limitare la percolazione di acque piovane. Oggi  - aggiunge il movimento- la Scl chiede nuovamente la riprofilatura della discarica con l’apporto di ben un milione di tonnellate di rifiuti tossici, che a fronte dei 2,7 milioni (presunti) smaltiti finora, quasi raddoppierebbero la discarica e la sua pericolosità, elevandone di molto l’altezza, che passerebbe da 212 metri a 222"

Il botro Bulera si getta nel torrente Possera, che a sua volta va nel fiume Cecina. Il fatto costituisce per Medicina democratica fonte di un'ulteriore preoccupazione: "Niente captazione del biogas, perché i rifiuti conferiti non emetterebbero maleodoranze - si legge nel comunicato di Medicina democratica- Un progetto che non sarebbe stato neanche da prendere in considerazione, sia alla luce della delibera del 1999, sia delle evidenze d’inquinamento delle acque e dei terreni successivamente accertate. Bene hanno fatto 150 cittadini ad opporsi pubblicamente, con una petizione contraria. Bene ha fatto l’azienda agricola Grandoli a scrivere un’opposizione circostanziata. Bene  -prosegue la nota del movimento - ha fatto il Comune di Volterra ad evidenziare che 'la discarica è realizzata su terreni che non garantiscono la tenuta impermeabile del fondo, con conseguente pericolo di contaminazione da parte dei percolati della discarica' e quindi 'questo aspetto potrà in futuro rappresentare la maggior fonte d’inquinamento delle falde del fiume Cecina, ossia dell’approvvigionamento idrico dei Comuni". 

"Medicina democratica ribadisce la propria netta opposizione alla finta riprofilatura della discarica  - afferma lo stesso movimento nella nota- e rivendica la sua chiusura effettiva ed immediata e la sua bonifica, a salvaguardia del bene acqua più prezioso. Invitiamo altri soggetti a prendere posizioni simili".


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