Attualità mercoledì 17 settembre 2025 ore 08:00
Scapigliato, piano industriale per divenire Polo del riciclo

Investimenti per oltre 20 milioni di euro accompagneranno il sito nella transizione verso la nuova vocazione. Il progetto presentato alla cittadinanza
ROSIGNANO MARITTIMO — Dal core business legato allo smaltimento in discarica di rifiuti speciali a nuovo Polo del riciclo e del recupero di materia, sia da rifiuti urbani che da quelli speciali: così Scapigliato guarda al futuro, in un processo di transizione che verrà accompagnato da investimenti superiori ai 20 milioni di euro entro il 2030.
Il progetto è contenuto nella prima fase del piano industriale per la società in house del Comune di Rosignano Marittimo che ieri sera il nuovo amministratore unico di Scapigliato, l’ingegnere ambientale Francesco Girardi, ha presentato nell’ambito della riunione congiunta – convocata in piazza del Mercato a Rosignano Solvay, aperta a tutte le cittadine e i cittadini – tra la seconda e la quinta Commissione consiliare.
Le nuove attività del Polo impiantistico – nel rispetto dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) vigente, rilasciata con la delibera numero 160 dell’11/02/2019 della giunta regionale toscana – sono pienamente coerenti con le priorità indicate dal nuovo Piano regionale dell’Economia circolare (Prec) e con la gerarchia europea per la gestione dei rifiuti, entrambe recepite negli scenari di sviluppo previsti dal Piano regionale Rifiuti.
Il quadro di riferimento dà priorità a soluzioni su misura, pensate per il recupero di materia dai rifiuti e la produzione di energia da fonti rinnovabili. Queste soluzioni sono progettate per essere compatibili sia con le vocazioni del territorio ospitante, sia con i flussi di rifiuti provenienti dal bacino di prossimità. Un approccio che si discosta dalle precedenti ipotesi industriali – non realizzate – basate su grandi impianti centralizzati.
Gli investimenti: ecco per cosa
Tra gli investimenti previsti spiccano quelli per il potenziamento della sezione di biostabilizzazione dell’impianto di Trattamento meccanico-biologico (Tmb), che sarà incrementata di 12.500 t/a.
Ancora, sono previsti la realizzazione di un impianto di trattamento per Raee (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) per 10.000 t/a, l’incremento dell’area dedicata al compostaggio della frazione verde già autorizzato per 15mila tonnellate annue, l’installazione di un impianto di trattamento per la frazione organica della raccolta differenziata (Forsu) per 5.000 t/a dedicato in via prioritaria ai fabbisogni del Comune di Rosignano Marittimo.
E' poi prevista la realizzazione dei moduli già autorizzati per lo smaltimento in sicurezza dei rifiuti contenenti amianto, a stimolo e decisivo supporto delle tante bonifiche necessarie sul territorio.
Nel piano figurano ancora l’attivazione di un impianto per la produzione di biodiesel da oli vegetali esausti, con un investimento progressivo in tre moduli da circa 600mila kg/anno ciascuno, la vendita dell’acqua potabilizzata a valle dell’impianto di trattamento del percolato esistente, l’upgrading del biogas attualmente captato dalla discarica con produzione di biometano da immettere nella rete Snam, grazie alla partnership già attiva con Waga Energy, l’installazione di pannelli fotovoltaici sulle superfici già disponibili all’interno del Polo impiantistico per una potenza di 4 milioni di kWp.
Salvaguardia integrale dei posti di lavoro
La piena salvaguardia dei posti di lavoro attualmente presenti nel Polo impiantistico è stata posta come condizione prioritaria per tutte le nuove progettualità. Una scelta che conferma come l’Economia circolare rappresenti una reale alternativa al vecchio modello lineare, all’interno di una strategia industriale sostenibile e innovativa.
"La società - spiega una nota - sta già valutando la fattibilità della seconda fase del Piano Industriale, con orizzonte al 2035. Tra le ipotesi in esame c’è la possibilità di chiudere il ciclo dei rifiuti anche per l’impianto di Tmb, attraverso il reimpiego dei sovvalli e di altri rifiuti plastici già classificati come Materia Prima Secondaria (MPS)".
Un altro sviluppo innovativo riguarda la tecnologia del landfill mining, che permetterebbe di recuperare materiali da lotti di discarica ormai esauriti, trasformandoli in miniere urbane. Questo approccio consentirebbe di reintrodurre, nelle stesse linee impiantistiche dedicate all’Economia circolare, tutti quei rifiuti recuperabili che in passato, per mancanza di tecnologie adeguate, venivano interrati e smaltiti in discarica. In parallelo, si otterrebbero nuove volumetrie disponibili per lo smaltimento in sicurezza e a chilometro zero degli scarti non recuperabili generati dalle nuove proposte impiantistiche.
"Un piano industriale che guarda al futuro"
“Un piano industriale che guarda al futuro, puntando su tecnologie innovative e sostenibili – commenta l’ingegnere Francesco Girardi, amministratore unico di Scapigliato –. L’approccio scelto privilegia una combinazione di impianti di media e piccola taglia, già ampiamente collaudati e sviluppati sia in Italia che all’estero. Il tutto nel pieno rispetto delle vocazioni del territorio, delle prescrizioni contenute nell’Aia rilasciata dalla Regione Toscana, delle normative sull’End of Waste e dei principi dell’Economia Circolare".
"Un elemento distintivo del Piano è, infine, l’investimento in impianti fotovoltaici di servizio, che permetteranno di alimentare sia le nuove installazioni che le strutture esistenti con energia da fonte rinnovabile. Una scelta strategica che garantirà l’autosufficienza energetica del Polo e contribuirà concretamente al miglioramento del rating ESG, rafforzando l’impegno dell’Azienda verso una transizione ecologica autentica e misurabile”.
“Il progetto di sviluppo del Polo impiantistico di Scapigliato delinea, finalmente, una transizione reale e non solo formale dalla logica insostenibile e anacronistica della discarica alla piena circolarità", è la riflessione dell’amministrazione comunale di Rosignano Marittimo con il sindaco Claudio Marabotti e l’assessore Roberto Repeti.
"La prima fase consente lo sviluppo di progetti precisi che vanno verso la creazione di plurimi impianti dedicati al trattamento di rifiuti prodotti nel territorio. La prospettiva futura di sviluppi sperimentali estremamente promettenti come il landfill mining - proseguono - apre poi l’orizzonte verso il recupero di materiali, sepolti da tempo ma ancora recuperabili, ottenendo anche il vantaggio di 'svuotare' i vecchi lotti di discarica, recuperando volumi per quanto ancora ci sia da conferire in discarica. È fondamentale infine che l’intero piano sia progettato per salvaguardare i posti di lavoro attuali”.
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