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Cronaca venerdì 15 febbraio 2019 ore 14:44

Spiagge bianche, i risultati delle analisi Arpat

Campionamento Arpat alle Spiagge bianche

Resi noti i risultati delle analisi sul "materiale granulare" in mare a metà gennaio. "Necessari ulteriori approfondimenti per test di tossicità"



ROSIGNANO MARITTIMO — "Le analisi chimiche e la valutazione della tossicità effettuate sui campioni di solido spiaggiato - hanno fatto sapere da Arpat - hanno sostanzialmente confermato la natura e la composizione dei materiali rinvenuti similare a quella riscontrata nell’ottobre 2018: il solido è formato interamente da sali di carbonati con contenuti variabili, a livello di mg/kg, degli stessi metalli tipicamente presenti nei solidi scaricati dalla Solvay come ferro, manganese, alluminio, zinco e boro". Motivo per cui Arpat ritiene "necessari ulteriori approfondimenti per test di tossicità".

Questo, in estrema sintesi, è quanto emerso dagli ultimi campionamenti di materiale solido biancastro effettuati dai tecnici Arpat alle Spiagge bianche di Vada il 14 e 18 gennaio. In particolare, il rapporto magnesio/calcio (Mg/Ca) è risultato compreso fra 2,0 e 2,5.

"Dalla comparazione dei risultati analitici - hanno precisato dall'agenzia regionale per la tutela dell'ambiente - si può affermare che la composizione in termini di metalli di detti granuli risulta pressoché similare, con concentrazioni marcate di alluminio, ferro, manganese, boro ed in misura minore di zinco. In tutti i campioni non è stata riscontrata presenza di tensioattivi, sia anionici che non ionici".

In merito ai rapporti Ca/Mg determinati sui vari campioni, "si evidenziano per i materiali depositati sull’arenile concentrazioni più elevate di Mg rispetto a quanto rilevato nei solidi presenti nello scarico Solvay. È presumibile che l’arricchimento in magnesio possa essere attribuito ad un processo di parziale solubilizzazione e successiva ricristallizzazione da acqua di mare che, notoriamente, è più ricca in magnesio che in calcio. Da sottolineare il fatto che i materiali spiaggiati sono una modesta quantità se confrontata con i quantitativi di solidi scaricati dalla Società Solvay".

Per quanto riguarda invece il saggio di tossicità con batteri bioluminescenti sul campione di solido spiaggiato (campione 100) Arpat precisa che "ha mostrato un grado di tossicità più elevato di quello raccolto il 12 ottobre 2018".

Il saggio di tossicità è stato determinato sull'elutriato (il campione è stato posto in agitazione per 1h a temperatura ambiente in rapporto 1/4 con acqua di mare sintetica) allo scopo di valutare la tossicità degli eventuali tossici idrosolubili: "Il risultato ha evidenziato una tossicità elevata per Vibrio fischeri (EC 50 = 19,13%) mentre il saggio di tossicità sul campione 8158 prelevato in data 12/10/2018 aveva evidenziato un grado di tossicità medio (EC 50 = 90,4%)". Motivo per cui Arpat ritiene necessario "un approfondimento con ulteriori test di tossicità da eseguirsi al verificarsi di nuove formazioni del fenomeno di spiaggiamento".

L’analisi tossicologica sull’acqua di mare (campione n. 99) effettuata con Vibrio fischeri ha invece confermato come nel campione dell’ottobre 2018 assenza di tossicità.

Come preannunciato dal Comune di Rosignano a fine gennaio, sarà cura dell’amministrazione sottoporre gli esiti dei campionamenti alla Asl per una valutazione di competenza.

Oltre ai vari fattori da tenere in considerazione nella formazione degli aggregati ritrovati sulla spiaggia, come la temperatura dello scarico e delle acque marine, il moto ondoso, nonché la portata dello scarico, la concentrazione dei solidi sospesi e l’eventuale presenza di sostanze, anche di origine naturale, con capacità schiumogene, Arpat ha focalizzato l’attenzione sul valore del pH nello scarico dell'insediamento produttivo, "fattore che potrebbe giocare un ruolo importante nella dissoluzione dei solidi scaricati dalla Soc. Solvay".

"Nello scarico generale - concludono da Arpat -, che ricordiamo avere una portata mediamente intorno a 10.000 m3/h, si notano variazioni anche di unità di pH nel corso di brevi lassi di tempo, dovute a correzioni messe in atto dall’Azienda per mantenere il parametro entro i limiti normativi (pH fra 5,5 e 9,5 ).Le fluttuazioni di pH che si rilevano nel punto di controllo finale dello scarico generale sono un segnale per fasi di processo non governate perfettamente; infatti, in considerazione dell’elevata portata dello scarico e di produzioni aventi cicli continui, sarebbero da attendersi valori di pH delle acque reflue stabili nel tempo, mediati dall’insieme dei flussi costituenti lo scarico generale e non facilmente influenzabili".


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