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Attualità lunedì 20 marzo 2017 ore 17:25

Granuli in spiaggia, erano per fare tappi

Arpat ha confermato che sono prodotti da Ineos. Sono stati fatti molto tempo fa, non è ancora chiaro come siano arrivati sulla battigia



ROSIGNANO M.MO — Il caso dei granuli, 300 chili in tutto, ritrovati alle Spiagge Bianche in località Lillatro è all'attenzione di Arpat da martedì 14 marzo quando, a seguito di una segnalazione di un cittadino, gli operatori del Dipartimento di Livorno hanno effettuato un primo sopralluogo lungo la spiaggia e alla foce del Fosso Bianco con un campionamento di granuli presenti sulla sabbia.

"I tecnici - hanno spiegato da Arpat - hanno potuto constatare la presenza di granuli sulla sabbia alla destra della foce del Fosso Bianco dove recapitano gli scarichi industriali di tutti gli impianti produttivi presenti all'interno del polo produttivo Solvay, oltre al depuratore comunale".

Per quanto riguarda l'attività analitica effettuata da Arpat sul campione di granuli "sono state eseguite, in collaborazione con l'Università di Pisa Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale, analisi per la caratterizzazione dei polimeri che hanno confermato che trattasi di pellets di polietilene del tipo Hdpe o Lldpe di produzione non recente, molto degradato sulla superficie ed anche in minore entità all'interno".

Arpat ha citato un'azienda presente nelle vicinanze che potrebbe essere la produttrici dei granuli ritrovati: "Questo tipologia di polimero - hanno chiarito dall'agenzia - costituente di manufatti anche di uso comune tra cui tappi per bottiglie di acqua e contenitori per alimenti, può usualmente contenere soltanto piccole percentuali (0,2-0,3 per cento) di sostanze antiossidanti di scarsa rilevanza ambientale. All'interno del polo produttivo è presente la società Ineos Manufacturing Italia Spa (autorizzata con Aia, autorizzazione integrata ambientale) che produce polietilene ad alta densità, principalmente sotto forma di pellet, la cui natura è verosimilmente riconducibile ai granuli rilevati sulla spiaggia. Lo scarico idrico finale dell'impianto è stato recentemente adeguato a quanto previsto da una prescrizione dell'Aia con l'attivazione di un tubo a mare che confluisce nel Fosso Bianco a valle degli altri scarichi degli impianti del polo produttivo Solvay".

Mercoledi 15 marzo i tecnici del Dipartimento di Livorno hanno effettuato un sopralluogo nella ditta Ineos per valutare lo stato dei luoghi all'interno dell'insediamento, per verificare la funzionalità dell'impianto di trattamento degli effluenti liquidi e reperire informazioni dall'Azienda a seguito della comunicazione inviata ad Arpat il giorno prima in cui segnalava appunto la “presenza granuli di polietilene in corrispondenza dello scarico a mare in località Lillatro”.

"In tale comunicazione la ditta Ineos - hanno spiegato da Arpat - ha informato l'Agenzia, il Comune e la Guardia Costiera di essere venuta a conoscenza di segnalazioni concernenti la presenza di granuli di polietilene nelle immediate vicinanze dello scarico a mare, per alcune decine di metri di spiaggia a nord e sud rispetto alla foce di scarico, ma di non aver notato alcun problema nei sistemi continui che monitorano gli scarichi idrici dell'azienda".

"La ditta - hanno aggiunto - ha dichiarato di aver effettuato tutti i controlli possibili non rilevando alcuna anomalia in quel giorno (14 marzo) né in quelli precedenti, in particolare l'azienda non ha riscontrato la presenza di granuli nelle vasche che alimentano lo scarico e nel percorso che porta i reflui nello scarico a mare".

Durante il sopralluogo Arpat sono state svolte le seguenti attività:

  1. ispezione alla foce del Fosso Bianco ove è ubicato il tubo di scarico della Ineos;
  2. ispezione punti di scarico ufficiali finali e parziali della Società;
  3. verifica documentale in merito al fenomeno segnalato;
  4. esecuzione di rilievi fotografici.

"Al momento dell'ispezione effettuata dai tecnici Arpat al Fosso Bianco - hanno chiarito i responsabili - in prossimità dello scarico finale della società, la presenza dei granuli era in minima parte ancora visibile ma non si sono rilevati, al momento del sopralluogo, in zone di pertinenza aziendali, materiali riconducibili al fenomeno segnalato. L'azienda ha dichiarato ad Arpat che nella mattina del 14 marzo erano approssimativamente presenti sulla spiaggia circa 300 chili di materiale, misto alle sabbie, e che in maniera cautelativa la società ha proceduto alla raccolta di tali materiali che saranno gestiti come rifiuto. Su richiesta del Comune di Rosignano Marittimo, la società ha dichiarato che il giorno seguente 16 marzo avrebbe eseguito un'ulteriore pulizia della spiaggia, con raccolta dei materiali eventualmente ancora presenti. Durante il sopralluogo i tecnici Arpat hanno richiesto all'Azienda di produrre entro dieci giorni una serie di documenti tra cui i dati analitici sui campioni eseguiti".

"Il giorno dopo, 16 marzo, i tecnici Arpat hanno effettuato un ulteriore sopralluogo nella zona limitrofa alle spiagge bianche a Vada allo scopo di verificare ulteriormente l'eventuale presenza dei granuli vicino il fiume Fine, in diversi punti (ponte sulla vecchia Aurelia, zona Polveroni, zona di via Marmentano in loc. Fontanelle, ecc) ma non è stato trovato alcun tipo di materiale riconducibile al fenomeno".


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