Risalendo il Mekong
di Tito Barbini - sabato 14 gennaio 2017 ore 19:56
Il sole tramonta all’improvviso nel grande fiume dell'Asia. E’ il momento più bello della giornata, anche se non è facile abituarsi alla vita del fiume.
Clima afoso, sempre eguale, non ci sono quasi stagioni in questa parte del mondo.
Il caldo bagna la pelle e il mare lo ascolti solo poche volte. Succede quando un refolo di aria fresca interrompe l’incessante ronzio delle zanzare e smuove l’odore della terra inzuppata di umidità.
Non è stagione di piogge questa. Di tanto in tanto durante il giorno, il sole gioca con le nuvole gravide di acqua. Cambia anche il colore del fiume. Non so in quale braccio del Mekong mi trovo adesso ma il fiume è possente e gonfio, trascina via di tutto e tutto porta verso il delta.
Ogni tanto vedo sfilare davanti a me isole di fiori bianchi in corolle di foglie verdissime. Grasse e rigogliose, sono bellissime.
Eccolo qui il fiume che attraversa la vecchia Indocina, parte dal Tibet attraversa la Cina, il Laos, la Birmania , la Cambogia e infine il Vietnam. Trascina di tutto nel
suo lungo percorso . Dalle carogne dei bufali e dei cani alle bolle velenose delle discariche degli agglomerati civili e industriali e, non moltissimi anni fa , portava anche i cadaveri raccolti lungo i conflitti dei paesi attraversati.
Devo abituarmi a questo fatto di un Mekong tra i fiumi più inquinati del mondo. Sono ormai diversi anni che, a periodi alterni, vengo da queste parti. D'altronde, ne sono certo,il Fiume Mekong, fra tragedia e incanto, mi darà alcune buone indicazioni e anche tante fotografie per rimettere le mani su quel libro "I giorni del riso e della pioggia" che l'editore ha deciso di ristampare.
Tito Barbini