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Attualità sabato 30 novembre 2024 ore 08:00

Agricoltura al bivio, allarme di Cia

Cia Etruria a Roma all'assemblea nazionale. Dai dati del report Nomisma si registra una drastica riduzione delle aziende agricole



ROMA — L’agricoltura sta attraversando uno dei periodi più difficili di sempre tra conflitti bellici e cambiamenti climatici, spesso causa di disastri naturali. 

E’ quanto è emerso dall’assemblea nazionale Cia in corso a Roma il cui emblematico titolo scelto per questa edizione è “Agricoltura al bivio: più valore a chi produce”.

“Secondo il report di Nomisma - dice Cinzia Pagni, presidente Cia Etruria- negli ultimi vent’anni metà delle aziende agricole sono uscite dal settore (-53%) mentre quelle rimaste si sono rafforzate. Tra il 2000 e il 2020 delle 1,3 milioni di aziende che hanno chiuso i battenti, 3 su 4 erano situate in aree collinari e montane (circa 936 mila) e la loro chiusura ha comportato la riduzione di 850mila ettari di superficie agricola coltivata. Un grave problema quello dello spopolamento delle campagne- prosegue- che tra le altre cose comporta anche il conseguente aggravarsi del dissesto idrogeologico”. 

Negli ultimi anni l’Italia ha mostrato una crescita nel settore agricolo inferiore alla media (+24% contro +41% della media Ue).

La riduzione della produzione agricola ha riguardato principalmente le regioni del Centro (-10% il valore della produzione rispetto al 2015) e del Sud, mentre i consumi alimentari si attestano ancora ad un livello inferiore a quello pre-Covid. Uno scenario piuttosto complicato su cui riflettere per salvare il futuro del mondo agricolo, di chi ci lavora e dei prodotti che portiamo a tavola. 

“Cia Etruria - sottolinea Pagni- ha dato il proprio contributo presentandosi con una nutrita delegazione. Il nostro scopo è riuscire a dare voce agli agricoltori anche del nostro territorio per evidenziare temi cruciali come la risorsa idrica, il lavoro e la necessità di dare più valore a chi produce nelle filiere agroalimentari”.


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