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Attualità venerdì 19 febbraio 2021 ore 14:03

Spiagge bianche, "rendere pubblici i dossier"

Lo chiede il deputato toscano Berti (5 Stelle) annunciando una apposita interrogazione per conoscere i contenuti dei dossier consegnati dalla Solvay



ROSIGNANO MARITTIMO — Mettere a disposizione dei cittadini di Rosignano e dell’opinione pubblica in generale i dossier consegnati nelle scorse settimane dalla Solvay ai ministeri dello Sviluppo economico, dell’Ambiente e della Salute e diffondere al più presto le valutazioni fatte dai tecnici ministeriali sui dati contenuti in questi dossier. Sono queste le richieste contenute nella nuova interrogazione che il deputato toscano del Movimento 5 stelle, Francesco Berti, è pronto a depositare in Parlamento. 

Una interrogazione che arriva a un mese esatto da quella presentata dallo stesso Berti insieme alla collega Chiara Gagnarli, che aveva l’obiettivo di fare chiarezza sulla decisione della multinazionale belga Solvay di scaricare a mare gli scarti di lavorazione dell’impianto chimico di Rosignano.

“Alle nostre domande – ha sottolineato Berti – l’azienda ha risposto inviando un dossier al governo di cui vogliamo avere i dettagli. Anche perché quella di Rosignano è una vera e propria emergenza ambientale che si trascina da troppi decenni: secondo uno studio del Cnr e Legambiente, sulle spiagge della zona sono state scaricate 337 tonnellate di metalli pesanti e rilasciate in mare 500 tonnellate di mercurio. Uno scarico che, così come realizzato, determina l’accumulo dei materiali sulla spiaggia e sul bagnasciuga. È l’unico caso di un impianto Solvay in Europa realizzato in questo modo e questa è una situazione non più tollerabile. Noi vogliamo vederci chiaro anche perché, secondo quanto comunicato formalmente dalla multinazionale belga al cofondatore del fondo internazionale di investimento Bluebell Capital Partner, sarebbero state proprio le autorità italiane a sostenere, a suo tempo, l’opportunità di scaricare i solidi sospesi direttamente in mare. Un pesante scaricabarile sul quale il nuovo governo deve fare chiarezza. Dal 2007 – ha aggiunto Berti, che nei prossimi giorni presenterà anche un esposto presso la procura di Livorno – l’azienda ha ricevuto 104,5 milioni di euro di fondi pubblici per ridurre il proprio impatto ambientale ma ad oggi non si sono osservati miglioramenti. I bersagli della contaminazione delle acque sotterranee, infatti, rimangono".

"Noi non ci fermeremo fino a quando l’intera area non verrà bonificata, ovviamente a spese della multinazionale belga”, hanno concluso gli esponenti 5 Stelle.


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