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martedì 19 marzo 2024

LEGAMI D'AMORE — il Blog di Malena ...

Malena ...

Sono nata in un paese straniero e provengo da una famiglia italiana. Fin da giovane le persone si sono sempre confidate con me: donne, giovani, figlie, nipoti, sorelle, comari, amici. Restavano ore a raccontarmi le loro storie e i sentimenti provati durante i loro vissuti. L'argomento più chiacchierato è l'amore in tutte le sue sfaccettature e ho deciso pertanto di parlarne affinché si possa trarre spunto per riflettere sulla differenza di genere.

La sirenetta

di Malena ... - giovedì 07 aprile 2016 ore 10:44

La Sirenetta ovvero Ariel è una donna carina, dal viso dolce e dal corpo minuto. Vive con il marito e due figli, maschi, diciamo abbastanza felicemente. Dopo la nascita del primogenito come qualche volta accadde al genere femminile Ariel, va in depressione post- partum. 

Il suo umore era diventato “sereno variabile” passando da crisi di pianto a irritabilità, da insonnia a mancanza di appetito (unica nota positiva poiché ha riacquistato il suo peso forma in due balletti). Provvidenziale è stato il suo rientro al lavoro che le ha permesso di “staccare la testa” dal tran tran quotidiano e di avere piccoli gesti di affetto dai colleghi ma soprattutto da Emanuele sposato e con figli. 

Così la nostra Sirenetta ha modo di nuotare fino alla superficie per guardare il mondo sopra la montagna di pannolini, di biberon e di latte in polvere. Emanuele le è sembrato il principe che la salverà da tale momento critico e in un istante in cui la testa le si è staccata del tutto dal corpo, accade il “fatto”. Tal evento travolge la Sirenetta riportandola in una tempesta dalla quale non può salvarsi perché sa benissimo che per Emanuele, ma tutto sommato anche per lei, l’episodio fugace, avvenuto oltretutto tra le mura del luogo di lavoro, non ha alcun significato. 

La donna inoltre non ha nessuna intenzione di lasciare la sua famiglia e annega nei sensi di colpa per ciò che è avvenuto. Nei giorni seguenti si fa finta di niente e si considera l’avvenimento come fatto mai accaduto. Pian piano Sirenetta tra due sospiri (di rassegnazione per quanto successo) e due sogni (nel vedere una via d’uscita dal suo stato) comincia a riprendersi. Ahimè al mese successivo accade a Sirenetta un ritardo del ciclo. Dopo aver negato per diversi giorni, la possibilità ovvia dell’essere rimasta incinta decide di fare il test di gravidanza. Esito positivo. Sirenetta è di nuovo in attesa di diventare mamma. 

Vive giorni infernali in cui non sa cosa fare e soprattutto non sa di chi è il feto che porta in grembo. La sua morale le impedisce di effettuare un aborto da un lato e dall’altro, di mettere al mondo un figlio che potrebbe non essere del marito. Disperata per non potersi confidare con nessuno decide di andare dalla sua amica strega del mare per avere conforto e consiglio. La strega del mare ascoltando il racconto la aiuta nel suo ragionare e alla fine Sirenetta decide di tenere il bambino. 

Nove mesi in cui Sirenetta si consuma a ogni sorgere del sole sui dubbi che la assillano continuamente: “Se poi somiglia a Emanuele e non a mio marito?”. E ancora: “Se dovesse succedere uno scandalo?”. Chiedendosi: “A mio marito lo devo dire?”. Beh alla fine nasce la creatura e com’è naturale i neonati, si assomigliano tutti o meglio i parenti ne identificano il proprio caro. Gli amici invece tentano di appioppare alcuni tratti somatici ora all’uno ora all’altro membro della coppia. Man mano che passano gli anni nessuno si pone più il problema della somiglianza a parte Sirenetta che ogni giorno nella sua mente sorge spontanea la domanda: “Di chi sarà?”. 

Ariel diventa schiuma di mare e subisce per sempre il danno dell’aver fatto un gesto avventato. Emanuele dal canto suo passa i suoi momenti di sconforto e di dispiacere per quanto avvenuto reagendo diversamente rispetto ad Ariel perché fa presto a farsene una ragione e a pensare convincendosene (per placare le sue emozioni) che tale figlio, non può essere suo e che, per il bene di tutti, meglio non scoprire gli altarini di nessuno. Il marito di Sirenetta, ignaro di tutto, è il solo a godersi la famiglia e vive la sua quotidianità senza eccessivi pensieri considerando la moglie come donna piuttosto in gamba capace di superare ogni problema. 

La riflessione è d’obbligo a questo punto: mentire è un fatto riprovevole moralmente ma il gioco tra verità e menzogna a volte è ambiguo e incerto. Se consideriamo che perfino gli animali mentono quando si nascondono ad esempio (per ingannare la preda) invece di attaccare possiamo dire che si tratta di una logica insita nell’essere vivente. Affermare la verità a volte è un dilemma perché il farlo potrebbe significare la morte di qualcuno (in questo caso il futuro nascituro avrebbe rischiato in tal senso). 

La verità si dice solo quando siamo sicuri, di non essere giudicati e di essere compresi incondizionatamente (Ariel sarebbe stata veramente compresa dal marito? Egli avrebbe accettato di correre il rischio di allevare un eventuale bambino non suo?) e di essere lasciata libera poi di scegliere. Sirenetta è sinceramente pentita per quanto successo ma forse ciò non sarebbe stato sufficiente per avere un vero perdono da parte del compagno. Tutto sommato per il bene di questi due figli a mio avviso la vicenda è andata meglio del previsto. 

Essere genitori non significa solo procreare e sicuramente a oggi se venisse fuori la verità questi bambini sarebbero considerati propri a tutti gli effetti. E’ meglio però lasciare tutto così e portare alla tomba il segreto per la pace di tutti, soprattutto della prole. 

Ognuno di noi conserva nell’armadio degli scheletri che non confesserebbe mai nemmeno, sotto tortura pertanto nessuno può giudicare l’operato altrui con superficialità senza considerare cosa in realtà è stato vissuto da un’altra persona. L’esperienza altrui ci può solo servire come spunto di riflessione e di confronto su cosa ci avvicina o meno agli altri considerando che ad ogni modo le situazioni bisognerebbe viverle in prima persona per capire cosa avremmo o no fatto nella realtà. 

Immaginare gli eventi non è lo stesso che viverli.

Malena ...

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