Spesso considerata marginale, sorta di Texas della provincia pisana, l'Alta Valdicecina sa sorprendere. E nel Rapporto Valdicecina dell'Istituto di studi e ricerche, elaborato per la Camera di commercio della Toscana nord ovest, sono i numeri a parlare: nel 2024, il territorio ha fatto segnare un tasso di imprenditorialità di 114 imprese ogni mille residenti, superiore sia alla media provinciale, sia a quella di altre aree interne.
Il documento, presentato a Palazzo dei Priori di Volterra, si è concentrato proprio sulle imprese: nello scorso anno, sono state 3.366 quelle registrate. Divise in una struttura economica "a tre teste": la prima, quella ad alta industrializzazione, con il polo geotermico a trainare, rispondendo a più del 30% del fabbisogno energetico regionale.
Quindi, la vocazione agricola, con la più alta incidenza di coltivazioni biologiche tra le aree interne della Toscana nord-occidnetale, con il 59% della superficie coltivata e un’elevata multifunzionalità, testimoniata dal 65% delle aziende agricole che diversifica l’attività con servizi agrituristici. Infine, il turismo: le presenze hanno raggiunto quota 884mila nel 2024, segnando una crescita del 23% rispetto al periodo pre-pandemico.
"Questo rapporto conferma il nostro impegno costante a fornire dati solidi a chi amministra - ha detto Valter Tamburini, presidente della Camera di commercio - la Valdicecina è un laboratorio di sviluppo sostenibile: la sua specializzazione, dall’industrializzazione fino all'eccellenza agricola nel biologico, mostra una comunità che resiste con successo. Lo sviluppo sostenibile in un'area interna si costruisce solo se si mette a sistema il 100% delle risorse, non solo quelle produttive, ma anche quelle culturali".
Tra le criticità, invece, ci sono per esempio i danni alle colture causati dalla fauna selvatica: l'80% dei danni indennizzati nei due Ambiti Territoriali di Caccia è riconducibile al cinghiale, con 65mila euro di spesa per indennizzi nel 2024, a cui si aggiungono costi per interventi ambientali e colture a perdere finalizzati a proteggere le produzioni agricole. Inoltre, come noto, il calo demografico. In questo contesto, secondo il rapporto, a tamponare l'emergenza è la popolazione straniera, ovvero 2.945 residenti a fine 2024. Un apporto definito fondamentale per la tenuta demografica e per l'imprenditoria locale.
"Lo studio - ha concluso Sergio Chericoni, presidente dell’Istituto di studi e ricerche - ci invita a un approccio di lettura integrato. Se l'età media degli imprenditori individuali è di 56 anni, evidenziando uno scarso ricambio, il saldo imprenditoriale giovanile è comunque vivace, con il 7,8% delle imprese guidate da under 35, un valore anche in questo caso superiore alla media provinciale. I numeri confermano però anche le fragilità, come il forte modello di pendolarismo per lavoro ma anche il grande afflusso di turisti che sottolinea l'urgenza di investimenti in infrastrutture che migliorino la connettività".