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La misteriosa morìa di delfini ha un perché

Le analisi di Arpat e Istituto Zooprofilattico hanno individuato su alcuni esemplari degli agenti virali che hanno portato i delfini alla morte

Uno dei delfini spiaggiati sulle coste toscane (Foto Arpat)

Dopo gli spiaggiamenti dei delfini avvenuti in Toscana nei mesi scorsi, Arpat e l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lazio e Toscana hanno proceduto ad effettuare degli accertamenti. A causa dell'avanzato stato di decomposizione dei cetacei morti solo su 6 esemplari è stato possibile eseguire una necroscopia completa ed in 3 soggetti sono stati isolati agenti virali.

La morìa di delfini ricorda molto quella del 2013 ed è riconducibile a un'epidemia di DMV osservato sulle coste meridionali italiane da giugno 2016 e che ora si stanno rilevando sulle nostre coste.

Escluse lesioni da interazioni antropiche. Gli esami di laboratorio eseguiti sulle carcasse delle stenelle hanno escluso la presenza di agenti zoonotici come Brucella, Toxoplasma, Mycoplasmi e Salmonella. In un soggetto è stata isolata a livello cerebrale Listeria monocytogenes, germe responsabile di meningoencefaliti e aborto. Rilevante è stato invece l'isolamento di DMV dal parenchima cerebrale di 2 soggetti sui 6 esaminati. Da un soggetto è stato isolato e sequenziato Herpesvirus da milza e linfonodi.

Rimangono in corso, presso i laboratori dell'Istituto, ulteriori approfondimenti di tipo istologico ed immunoistochimico che potranno fornire maggiore supporto diagnostico ed evidenziare i danni eventualmente apportati da agenti virali come il DMV e l'Herpesvirus. Solo così si potrà inquadrare nella sua complessità il fenomeno.