Lavoro

Lavoro e occupazione, fine d’anno in frenata

Continuano a crescere le difficoltà nel reperire i profili necessari e si riduce l’interesse verso i giovani under 30

Foto di repertorio

La Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno ha scattato la fotografia delle imprese nella consueta indagine Excelsior che evidenzia le tendenze e i fabbisogni occupazionali previsti delle imprese dell’industria e dei servizi con sede in provincia di Livorno con riferimento al trimestre Novembre 2022-Gennaio 2023.

Le opportunità di lavoro offerte dalle imprese con sede in provincia di Livorno sono oltre 1.600 nel solo mese di Novembre e circa 5.300 nel trimestre Novembre 2022 –Gennaio 2023, valori tuttavia in diminuzione rispetto al periodo precedente.

Cresce l’offerta di contratti a tempo determinato che arrivano a costituire il 61% della domanda di lavoro (57% nel mese di ottobre). Aumenta anche la quota di assunzione a tempo indeterminato (18%) e con contratti di somministrazione (9%), mentre si riduce il ricorso alle altre tipologie contrattuali alle dipendenze e non (6% in totale); resta stabile l’offerta di contratti di apprendistato (5%) e di collaborazione (1%).

Diminuisce l’interesse delle imprese verso i giovani under 30 (28% del totale entrate previste), sempre più al di sotto della media regionale (32%) e nazionale (31%).

Le figure professionali più richieste: cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici; operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici; personale non qualificato nei servizi di pulizia e in altri servizi alle persone; commessi e altro personale qualificato in negozi ed esercizi all'ingrosso, personale di amministrazione, di segreteria e dei servizi generali e conduttori di mezzi di trasporto.

Rispetto al periodo precedente, tornano a crescere le difficoltà di reperimento dichiarate dalle imprese che riguardano oltre il 48% delle assunzioni programmate (media toscana 53% e italiana 46%). I più difficili da reperire sono gli operai specializzati e conduttori di impianti nell'industria alimentare; operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche; tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione; tecnici amministrativi, finanziari e della gestione della produzione; tecnici della sanità, dei servizi sociali e dell'istruzione; operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici. Mancano all’appello anche operai metalmeccanici, cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici e dell’assistenza sociale.

Elevata la percentuale di candidati con preparazione inadeguata con riferimento a operai specializzati e conduttori di impianti nell'industria alimentare e tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione. Nella maggior parte dei casi le imprese non chiedono un titolo di studio specifico (41%) ma quando lo fanno preferiscono il diploma quinquennale (34,9%) oppure la qualifica di formazione o diploma professionale (13,5%). I laureati costituiscono il 10,6% del fabbisogno occupazionale delle imprese.