Attualità

Fauna selvatica, "finalmente verso la riforma"

Pagni (Cia Etruria): "Ci troviamo davanti ad una svolta epocale per provare a cambiare una legislazione vecchia di trent’anni"

Si è svolto a Roma un incontro con il Ministro Lollobrigida che potrebbe portare al superamento della legge sulla fauna selvatica firmata oltre 30 anni fa. Un appuntamento che è servito a tratteggiare le linee per fronteggiare l'emergenza ungulati e i conseguenti danni all'agricoltura, rischio malattie e incidenti sempre più frequenti.

Presente all’appuntamento svoltosi presso la sede nazionale di Cia-Agricoltori Italiani anche la presidente di Cia Etruria Cinzia Pagni dichiaratasi soddisfatta dell’importante passo avanti intrapreso.

“Ci troviamo davanti ad una svolta epocale per provare a cambiare una legislazione vecchia di trent’anni che non risponde più alle attuali condizioni agricole, ambientali e faunistiche del Paese - ha detto Pagni - se la legge del 1992 si focalizzava sulla protezione della fauna oggi la situazione si è ribaltata, con alcune specie in sovrannumero se non infestanti. Basti pensare ai cinghiali -prosegue- responsabili dell’80% dei danni al settore agricolo: dal 1980 al 2010 in Italia si è passati da una popolazione di 50mila capi ad una di 900mila, fino agli oltre 2 milioni di oggi. Una situazione insostenibile”.

Tra le istanze di Cia accolte nel testo attuale del disegno di legge, spicca il riconoscimento del ruolo attivo degli imprenditori agricoli nel controllo della fauna selvatica, in primis dei cinghiali. Il ddl prevede, infatti, la possibilità per gli agricoltori, muniti di licenza venatoria e specifica formazione, di partecipare direttamente ai piani di contenimento, anche in contesti emergenziali. Giudicato positivamente anche il potenziamento della funzione degli ATC (Ambiti Territoriali di Caccia). 

“Cia - ha aggiunto Pagni - ha chiesto espressamente che nel ddl vengano introdotti strumenti automatici di indennizzo per i danni provocati dalla fauna selvatica, oltre all’istituzione di una cabina di regia nazionale, anche con rappresentanza agricola, in quanto la responsabilità del contenimento è ancora troppo frammentata tra enti diversi (Regioni, Province, forze di polizia, gestori delle aree protette) con rischio di scarsa efficacia. Infine - ha concluso la presidente Cia Etruria - è stata ribadita la necessità di garantire un ruolo più determinante alle organizzazioni agricole nella governance e nella programmazione faunistico-venatoria”.