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Il Comune cede la chiesa di Sant'Ilario

Il Comune di Rosignano Marittimo cede la chiesa di Sant'Ilario alla parrocchia. Sopralluogo del vescovo di Livorno Giusti

Viene ceduta alla parrocchia di Rosignano Marittimo la chiesa medievale di Sant’Ilario, di proprietà del Comune, che da sempre ne ha concesso la disponibilità per le funzioni religiose e gli usi del culto. Il vescovo di Livorno Simone Giusti ha espresso la volontà di restaurarla dopo l’acquisizione per restituire il bene alla comunità di Rosignano Marittimo.

La chiesa si trova infatti nel complesso monumentale del Castello - ex Fattoria Arcivescovile, che comprende palazzi storici come Palazzo Marini e Palazzo Bombardieri, e dove hanno sede il Museo Archeologico e gli stessi uffici comunali. Il complesso è posto sotto il vincolo di tutela per i beni culturali, confermato con decreto dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo nel 2016.

L’edificio originario probabilmente risale al XIII secolo, avendo una struttura omogenea al complesso del Castello, ed è stato ampliato e modificato nel XVIII secolo. La chiesa ha pianta rettangolare (220 metri quadrati) con navata unica, paramento esterno in pietra. L’interno ha copertura a capriate lignee e pareti a intonaco, finestre di varie forme, tra le quali due bifore. Tra gli arredi fissi due tabernacoli dedicati alla Madonna di Montenero e a San Giovanni Bosco, i confessionali a doppia nicchia con fregi marmorei e stucchi, e l’altare in marmo di epoca moderna.

All’incontro con il vescovo erano presenti il sindaco Alessandro Franchi, il vicesindaco Daniele Donati, l’assessore al patrimonio Piero Nocchi e l’assessora alla cultura Licia Montagnani, il parroco di Marittimo don Federico Locatelli, i tecnici della Soprintendenza e del Comune. “E’ un giorno importante perché grazie alla collaborazione con la diocesi possiamo dare nuova vita alla chiesa che è sempre stata un punto di riferimento per la nostra comunità e per il borgo di Rosignano Marittimo – ha detto Franchi – avviamo così il percorso per la restituzione di un bene storico alla fruizione di cittadini e visitatori”.

“E’ un patrimonio che vogliamo riportare allo stato originale – ha detto monsignor Giusti, architetto esperto nella progettazione di edifici di culto – faremo un progetto insieme al Comune, da condividere con la popolazione. La chiesa è medievale, e probabilmente doveva avere un aspetto policromo. L’accordo con il Mibact ci consente di intervenire sui beni di proprietà con i fondi del 8 per mille per poterla restaurare. Potremo ipotizzare un primo lotto per la copertura e un secondo per l’interno. Le pareti sarebbero da riportare allo stato originario in pietra, togliendo l’intonaco che trasmette l’umidità”. Il vescovo si è poi soffermato sugli arredi interni, apprezzando in particolare il crocifisso e i due confessionali con modanature in pietra serena, probabilmente cinquecenteschi, mentre nella parete esterna posta dentro le mura ha individuato l’ingresso originario della chiesa.