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I dubbi dei 5 Stelle sul Cda di Crom

Il gruppo pentastellato dichiara che secondo il dipartimento pari opportunità il consiglio d'amministrazione della società è illegittimo

"Il Cda di Crom è illegittimo?" Se lo chiedono i consiglieri pentastellati di Rosignano, a proposito della società che si occupa di gestire i camposanti. E la risposta che forniscono è la seguente: "Secondo quanto comunicato dal dipartimento Pari Opportunità, sì".

"Il dipartimento ha fatto sapere allo stesso Cda e per conoscenza al sindaco di Rosignano, che non rispetta l'equilibrio di genere - dichiarano i pentastellati - cioè che il genere meno rappresentato ottenga almeno un terzo dei componenti dell'organo".

"Essendo stato nominato con la presenza di sole donne - proseguono - non rispetta tale requisito. Un Cda che, secondo le parole del vicesindaco Donati, aveva tutti requisiti e le competenze per gestire la Crom".

Il 5 Stelle si pone quindi le seguenti domande: "A seguito di tale comunicazione, il Cda si doveva dimettere entro il 19 gennaio 2017. Come mai a tutt'oggi è ancora in carica? Quali sono le motivazioni per cui non si è proceduto alla nomina di un nuovo organo di governo di Crom? Per il  mancato rispetto di tale scadenza c'è il rischio di sanzioni?"

"Inoltre - proseguono i grillini - a nostro avviso presentava, al momento della nomina elementi di inconferibilità (nomina di un direttore di Farmacia a Presidente del Cda). A tale proposito, nella Commissione consiliare garanzia e controllo del 17 gennaio, ci è stato risposto che l'Anac aveva confermato la legittimità della nomina".

"Facciamo presente che, a seguito di una nostra richiesta di atti, ci è stato comunicato che non esiste nessuna documentazione relativa alla valutazione dell'Anac sulla nomina del Cda di Crom e sulla nomina del presidente dello stesso".

"Permangono tutti i dubbi sulla legittimità della nomina del Cda e sulla nomina del suo presidente - concludono dal 5 Stelle. - Le responsabilità di tutto questo sono degli enti soci di Crom, a partire dal Comune di Rosignano, che ne detiene il 75 per cento della quota di partecipazione".