Spettacoli

Le Veglie nella Sala del camino al castello

La 'Recita dell'attore Vecchiatto nel teatro del Rio Saliceto' di Gianni Celati è una lettura a due voci che andrà in scena a Castiglioncello

Claudio Morganti e Elena Bucci inaugurano, giovedì 12 febbraio alle ore 21,15, le Veglie nella Sala del camino di castello Pasquini a Castiglioncello.
 con la 'Recita dell'attore Vecchiatto nel teatro del Rio Saliceto' di Gianni Celati.
Lo spettacolo che in realtà, come preferiscono definirlo gli interpreti, è una lettura a due voci, è una riflessione sul senso del fare teatro oggi, sul mestiere dell’attore, sulla grandezza, l’insoddisfazione, la dignità, che Morganti trae da un racconto di Gianni Celati.
Attilio Vecchiatto (1910-1993) è stato un attore italiano di fama internazionale, ammirato da Laurence Olivier, Jeanne Moreau e molti altri. Dopo trent'anni di tournée in Sud America, sbarcato nel 1965 a New York, ha creato il suo piccolo teatro shakespeariano, in un quartiere italiano del Bronx. Invitato in Francia nel 1976, aveva portato in giro i suoi adattamenti shakespeariani in molti paesi europei, ottenendo notevoli successi. Nonostante la notorietà all'estero, in Italia, al suo ritorno assieme alla moglie Carlotta, nel 1988, il suo rientro passa nel più totale silenzio. Si ricorda solo una capitale recita a Rio Saliceto, di cui Celati, grazie a una meticolosa ricostruzione degli ultimi anni dell’attore, ci dà conto nel suo testo.
Elena Bucci e Claudio Morganti non solo interpretano il testo in modo magistrale, ma creano tra di loro un ritmo magnetico, che dà vita a un dialogo scenico di grande maestria e semplicità, che arricchisce il testo di Celati e trascina lo spettatore fino all’epilogo di questa recita buffa e poetica che come spiega lo stesso Morganti prende spunto da una lapide posta sopra il portone del municipio di Rio Saliceto. Lapide che riporta queste parole: "RIO SALICETO - che cacciò il mostro nazifascista - da queste terre da queste case - da questo pane da questo sangue - GIURA - ai sette figli annientati nei lager - ai ventuno caduti combattendo - per la certezza dello splendido aprile - di lottare unito come ieri come sempre - perché il mostro non torni".