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La scuola inizia, ma 3 ore dopo

Grande partecipazione all'assemblea di stamani a Livorno secondo la Cgil che è tra le sigle sindacali che l'hanno promossa

Apertura in ritardo di tre ore delle scuole di ogni ordine e grado di Livorno, Rosignano e Cecina per l'assemblea degli insegnanti e del personale Ata indetta oggi da Cgil, Uil, Cisl e Snals. Una protesta voluta dai sindacati contro la riforma della Buona scuola in occasione del primo giorno di scuola in Toscana.

All'assemblea che si è tenuta questa mattina alla stazione marittima di Livorno, oltre al corpo docente e al personale Ata è intervenuta una rappresentanza della 'Rete studenti Medi' e la vicesindaco Stella Sorgente che ha salutato la platea. 

Domani sono previste assemblee in Val di Cornia e Piombino e giovedì all'isola d'Elba sempre per le prime tre ore di lezione

"C'è stata una grande partecipazione - ha spiegato Patrizia Villa, segretaria provinciale della Flc Cgil - la platea ha segnalato che ci sono slanci in avanti rispetto alle effettive applicabilità della legge e che si tenta quindi attraverso l'utilizzo di scelte non adeguatamente consapevoli di anticipare i contenuti della riforma chiamata la Buona Scuola". "I sindacati unitariamente hanno invitato il personale a non precipitare scelte che attengono le numerose deleghe in bianco che la legge attribuisce al Governo - aggiunge - Ad esempio l'alternanza scuola lavoro, i comitati di valutazione e il bonus che di fatto non e' un aumento salariale, ma appunto per sua natura un bonus". 

"Abbiamo inoltre preannunciato ricorsi alla Corte costituzionale, in particolare in materia di assunzioni dai dirigenti scolastici, la cosiddetta chiamata diretta, e tutto ciò che concerne la libertà di insegnamento che e' un diritto costituzionalmente garantito - conclude - Abbiamo annunciato infine altre mobilitazioni e probabile sciopero generale entro la fine di ottobre".

In quattromila, fra docenti e personale Ata, hanno partecipato stamani anche all'assemblea all'Obihall di Firenze. I sindacati stimano che a Firenze, per la protesta, più di due terzi delle scuole abbiano avuto orario ridotto o siano rimaste chiuse.