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Attualità martedì 07 luglio 2015 ore 22:45

Smith: dall'azienda nessuna apertura

La fabbrica appesa a un filo. Ad oggi non ci sarebbero le condizioni per accettare l'accordo: nessuna richiesta dei sindacati è stata accolta



VOLTERRA — "Dopo l'incontro di stamani il giudizio è negativo e insoddisfacente perchè non viene accolta nessuna delle richieste iniziali dei sindacati e c'è anche l'aspetto negativo della cessazione di reparti importanti e fondamentali, come quello del trattamento termico, che significa perdere 16 persone, compreso il capo reparto". Dalle parole della Rsu Andrea Pagni è chiaro che non è stato fatto nessun passo avanti, anzi uno indietro, al tavolo delle trattative, se così si può ancora definire, di questa mattina, 7 luglio, all'Unione industriale a Pisa per la Smith Bits di Saline di Volterra. 

Almeno per quanto riguarda la posizione dei sindacati (Rsu dello stabilimento, Fim, Fiom, Cgil) che hanno incontrato i rappresentanti di Confindustria e il capo del personale Mauro Marchi, vendendosi negare le richieste avanzate martedì scorso, 30 giugno in un incontro analogo. L'azienda rimane ferma sulle sue posizioni.

La trattativa resta aperta e tra 2 giorni, giovedì prossimo, 9 luglio, ci sarà un nuovo incontro in cui Smith dirà se è disponibile ad accogliere le richieste già avanzate dai sindacati. Alle quali ad oggi è arrivato un secco 'no'. Ma i numeri, 78 dipendenti a lavoro, e le prospettive, 5 scalpelli al giorno, lasciano poco spazio alla speranza. A queste condizioni sembra dunque difficile il raggiungimento di un accordo che dovrebbe essere illustrato e siglato fra le parti il 17 luglio in Provincia a Pisa, quando sarà presente anche l'amministratore delegato Giuseppe Muzzi. Lunedì 13 luglio, intanto, nella mattinata un'altra assemblea dei lavoratori.

"L'azienda al momento non ha accolto le nostre richieste, che in sostanza erano 3: rotazione del personale, buona uscita più alta e uguale per tutti, sia per chi è dentro e chi è fuori - spiega Pagni - l'azienda si è riservata di darci ulteriori risposte giovedì, ma intanto abbiamo appreso quali sono i reparti che chiudono o che sono ridimensionati; chiuderanno il trattamento termico, affileria, attrezzeria, reparto infermieristico, servizio pulizie, mensa e tutte le linee di lavorazione degli scalpelli medio piccoli, cioè di dimensioni sotto i 14 pollici e 3 tre quarti". 

"Anche i volumi sono molto molti bassi: si prevede di realizzare 5-6 scalpelli al giorno, rispetto ad una media di 25 che facevamo fino a oggi - illustra Pagni - quel poco che avremmo da fare a quel punto verrebbe esternalizzato" 

"La terziarizzazione - aggiunge l'altra Rsu Luciano Soldi - permetterebbe all'azienda di risparmiare, dati i bassissimi volumi, ad esempio tenere in piedi i forni per 5 scalpelli costerebbe troppo". "Si resta a 78 occupati in totale: 41 nelle officine, quindi diretti, più a lavoro altri 37 indiretti fra magazzino, affileria, attrezzeria, manutenzione, servizi, oltre agli impiegati - aggiunge Soldi - inoltre l'orario di lavoro sarebbe dalle 8 alle 17 per tutti, senza turni, con una pausa pranzo in cui si usufruirebbe dei ticket restaurant".

"Con queste prospettive posso dire che per me lo stabilimento ha pochissima durata - commenta Pagni - se hai un progetto a lungo termine usi gli ammortizzatori sociali, che servono per superare la fase di crisi, se non li vuoi usare, vuol dire che le prospettive sono limitate". 

Tuttavia si vuole tenere aperto uno spiraglio. "Quando sei dentro ad un tavolo di una vertenza, finchè il tavolo non è chiuso - spiega ancora Pagni -  hai il dovere morale e sindacale di trattare prima di decretare la parola fine".

"Ad oggi e a queste condizioni - commenta Soldi - non è possibile nessun accordo con l'azienda ma prima di dare un giudizio finale si vuole cercare di procedere cercando di ottenere il meglio possibile, poi l'ultima parola spetterà ai lavoratori che voteranno in assemblea sull'accordo".

Lavoratori che oggi si sono riuniti in una assemblea 'infuocata' in cui hanno ascoltato l'esito dell'incontro. Ma le speranze sono sempre meno, c'è rabbia e sfiducia. Perchè dietro a quei numeri ci sono delle vite e delle persone.

L'unica speranza ora sembra rimanere il tavolo governativo che Rossi aveva 'strappato' durante l'incontro al Mise del 24 giugno. Tavolo alla Presidenza del Consiglio dei ministri al quale parteciperanno oltre alle istituzioni, i rappresentanti del Governo, Eni, Enel e Paal Kibsgaard, numero uno di Schlumberger, colosso dei servizi petroliferi che controlla la fabbrica di scalpelli di via Traversa. Ma ancora una data non c'è. E sembra che sia la multinazionale, leader mondiale del settore, a non aver ancora dato la propria disponibilità. Mentre mancano meno di 20 giorni alla data fatidica del 25 luglio, in cui scade il termine della vertenza. Vedremo se, almeno a livello a livello governativo, la multinazionale dell'oro nero sentirà ragioni e sarà meno intransigente di quanto non sia stata finora nella trattativa sindacale. 

Alessandra Siotto
© Riproduzione riservata


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