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Attualità venerdì 24 aprile 2015 ore 18:39

Liberazione: Anpi e Libera alle Sughere

"Ritrovarsi negli ideali della Resistenza di ieri e di oggi vuol dire anche non girare la testa dall'altra parte davanti alle tragedie dei migranti"



CASTAGNETO CARDUCCI — Il Presidio di Libera "Rossella Casini" di Castagneto Carducci e San Vincenzo parteciperà alle manifestazioni organizzate dall'Anpi in occasione del 70esimo anniversario della Liberazione, sabato 25 aprile.

Nel pomeriggio di domani al Parco delle Sughere di Donoratico, dopo il concerto della Filarmonica Comunale, i rappresentanti di Libera leggeranno dei testi di don Luigi Ciotti e una poesia di Giovanni Perrino dedicata al partigiano/sindacalista Placido Rizzotto.

Il Presidio di Libera interverrà anche domenica 26 aprile alla festa Liberi e Vivi, sempre al parco delle Sughere, con alcuni di giovani che leggeranno i "temi" scritti da ragazzi delle scuole superiori italiane, pubblicati dal magistrato Nicola Grattieri e dal giornalista Antonio Nicaso nel libro "La mafia fa schifo. Lettere di ragazzi da un paese che non si rassegna". Con loro anche Elio Barsotti, presidente dell'Auser di Donoratico, che proporrà brevi interventi del capo del Pool antimafia di Palermo, Antonino Caponnetto.

Con letture di testi e poesie, con la presenza dei propri associati e simpatizzanti, con le sue bandiere Libera, associazione di nomi e numeri contro le mafie, testimonierà a fianco dell'Anpi l'impegno della nuova Resistenza, quella antimafiosa, per la legalità, la giustizia sociale e l'affermazione dei diritti sanciti dalla Costituzione. Una Resistenza che univa uomini e donne per costruire un futuro di pace, libertà e democrazia, un futuro di cui oggi, in molti luoghi del mondo, sono alla disperata ricerca milioni di persone costrette alla fuga dalle proprie terre da guerre, persecuzioni e carestie.
Per Libera "ritrovarsi negli ideali della Resistenza di ieri e di oggi vuol dire anche non girare la testa dall'altra parte davanti alle tragedie dei migranti".
"Molti furono i partigiani che, rientrati nei loro paesi, soprattutto nel Sud, dopo aver partecipato alla lotta della Resistenza antifascista si impegnarono nei sindacati e nei partiti della sinistra e che per questo loro impegno al fianco dei contadini che reclamavano terra e lavoro furono uccisi dalla mafia- scrivono dall'associazione -  Uno per tutti vogliamo ricordare Placido Rizzotto, ucciso da Luciano Liggio a Corleone nel 1948, sul cui assassinio indagò anche l'allora Comandante dei Carabinieri Carlo Alberto dalla Chiesa, anch'egli partigiano nella guerra di resistenza e anch'egli assassinato dalla mafia a Palermo, nel 1982, dove era stato inviato come Prefetto proprio per combattere Cosa nostra".


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