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Attualità mercoledì 01 ottobre 2014 ore 13:45

Gli arenili finiscono in consiglio regionale

Gabriele Chiurli ha presentato una interrogazione in merito al materiale usato per il ripascimento degli arenili di Cecina alla quale ha risposto l'assessore Bramerini



CECINA — Il consigliere della Regione Toscana Gabriele Chiurli del gruppo misto ha presentato in Regione una interrogazione in merito al materiale per il ripascimento degli arenili di Cecina. Chiurli chiedeva di conoscere se “le preoccupazioni circa la presenza di elementi fortemente inquinanti nella sabbia utilizzata per il ripascimento siano da ritenersi fondate” e “se siano state effettuate analisi in merito da Arpat e con quali risultati”. Inoltre, il consigliere chiedeva di sapere se “la Provincia di Livorno e il Comune di Cecina abbiano sollecitato questo tipo di monitoraggio da parte di Arpat o di altri organismi pubblici o privati” e di conoscere la spesa complessiva dell’opera.
“Oltre al rispetto delle specifiche prescrizioni di Via - ha risposto l’assessore regionale all’Ambiente Anna Rita Bramerini -  l’intervento di ripascimento degli arenili di Cecina è stato oggetto di autorizzazione, rilasciata dalla Provincia di Livorno”. Ha aggiunto che poiché “gli studi di caratterizzazione chimico, fisico, microbiologica ed eco tossicologica dei sedimenti movimentati sono a carico del soggetto proponente, non vedono il diretto coinvolgimento di Arpat”. Bramerini ha specificato che la Provincia, soggetto attuatore dell’intervento, “ha affidato gli studi di caratterizzazione a diversi soggetti, tra i quali Icram, Unisi, Cibm”. "Arpat - ha spiegato l'assessore - ha esaminato la problematica solo in fase di Via del porto di Cecina, nella quale erano già presenti le analisi di caratterizzazione dei siti di provenienza dei materiali utilizzati per i ripascimenti". "In quel contesto - ha aggiunto - non sono stati rilevati motivi ostativi al loro utilizzo”.
Per quanto riguarda il costo dell’intervento, previsto nel “programma straordinario di investimenti” per il recupero e riequilibrio del litorale, Bramerini ha illustrato che "ammontava, secondo la delibera del 2003, a 7,2 milioni a totale carico della Regione; nel 2010 il finanziamento è aumentato di 4 milioni poiché l’intervento è stato inserito nell’accordo di programma per la mitigazione del rischio idrogeologico sottoscritto con il Ministero dell’ambiente”.
Insoddisfatto il consigliere Chiurli il quale nella replica ha affermato che “la risposta conferma abbastanza chiaramente i timori sollevati nell’interrogazione; ci sono preoccupazioni fondate che il materiale usato per il rinascimento contenga inquinanti e Arpat non ha svolto indagini in merito”. In assenza di compatibilità dei materiali, ha ricordato Chiurli, “il ripascimento non si dovrebbe fare; eppure, è chiaro che si è utilizzato materiale non compatibile, perché sulla spiaggia si notano sedimenti provenienti da cantieri edili e sabbia di un colore differente". "Davvero - ha concluso -  i cittadini di Cecina devono essere preoccupati”.


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